Alba Pontina, otto condanne per i Di Silvio 24 anni a Lallà

Alba Pontina, otto condanne per i Di Silvio 24 anni a Lallà
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Giovedì 15 Luglio 2021, 05:02
LA SENTENZA
La giornata più lunga del processo Alba Pontina' si è conclusa poco prima delle 18 di ieri pomeriggio quando il primo collegio penale presieduto da Gian Luca Soana è rientrato nell'aula della Corte d'Assise per leggere la sentenza di primo grado nei confronti di otto componenti del clan Di Silvio finiti in carcere con altre 17 persone nel corso dell'operazione della Dda nel giugno 2018.
Il Tribunale ha condannato il capo famiglia Armando Lallà Di Silvio a 24 anni e due mesi, poco meno di quanto richiesto dall'accusa che aveva chiesto 25 anni; la moglie Sabina De Rosa a quindici anni e tre mesi a fronte di una richiesta di 15 anni; Angela Di Silvio a 6 anni e 4 mesi; Genoveffa Di Silvio a 5 anni e 4 mesi Francesca De Rosa a 3 anni e tre mesi; Giulia Di Silvio a 2 anni e 7 mesi; Tiziano Cesari a 3 anni e 7 mesi; Federico Arcieri a 4 anni. Complessivamente 64 anni e sei mesi di carcere. Per quanto riguarda Armando Di Silvio, Sabina De Rosa, Angela e Genoveffa Di Silvio la sentenza ha sancito l'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Il Tribunale ha inoltre disposto la scarcerazione per Angela Di Silvio, Genoveffa Di Silvio, Giulia Di Silvio e Federico Arcieri che erano agli arresti domiciliari.
La sentenza ha riconosciuto per alcuni degli imputati l'appartenenza ad una associazione a delinquere con modalità mafiose ma ha riqualificato una delle imputazioni, vale a dire lo spaccio di sostanze stupefacenti, in una ipotesi più lieve vale a dire piccolo spaccio. I giudici hanno anche riconosciuto un risarcimento dei danni per le parti civili che si erano costituite: 40mila euro al Comune di Latina, che in aula era rappresentato dall'avvocato Francesco Cavalcanti; 30mila euro alla Regione Lazio rappresentata dall'avvocato Carlo D'Amata e 10mila euro all'associazione Caponnetto' rappresentata dall'avvocato Felicia D'Amico.
In mattinata si erano conclusi gli interventi del collegio difensivo composto dagli avvocati Luca Giudetti, Oreste Palmieri, Angelo Palmieri, Emanuele Farelli tutti finalizzati a demolire l'ipotesi che il clan di Campo Boario avesse le caratteristiche di una associazione che agiva con modalità mafiose dipingendo invece quelle praticate episodi di piccolo spaccio di stupefacenti e rozze estorsioni.
Alla lettura della sentenza, arrivava dopo meno di tre ore di camera di consiglio, c'erano anche i due pubblici ministeri titolari dell'inchiesta, Luigia Spinelli e Claudio De Lazzaro oltre al dirigente della Squadra mobile di Latina Giuseppe Pontecorvo. «Il processo si è chiuso in tempi rapidi e si tratta della prima sentenza da parte del Tribunale di Latina ha sottolineato il pm Spinelli - che sancisce il carattere mafioso di un gruppo criminale locale».
Elena Ganelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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