Aggredito in Francia muore dopo quattro anni di agonia

Aggredito in Francia muore dopo quattro anni di agonia
di Laura Pesino
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Sabato 23 Settembre 2023, 10:42 - Ultimo aggiornamento: 10:43

Aveva 33 anni Jean-Luc Krautsieder quando, tornando verso casa dopo essere andato a trovare la nonna poco lontano, è stato aggredito di notte da un gruppo di balordi che lo hanno pestato e rapinato lasciandolo poi in fin di via in strada. A 37 anni, dopo un lungo calvario, la sua vita si è fermata. La tragica notizia è arrivata nella notte di venerdì dalla Francia, dove l'uomo si era trasferito. A lungo aveva combattuto per salvarsi e a lungo la famiglia ha continuato a sperare nella sua ripresa, facendo la spola tra il capoluogo pontino, dove abitano la madre e la sorella, e Bordeaux, dove era ricoverato. Ma tutto è irrimediabilmente cambiato dal primo giugno 2019, da quel momento l'esistenza di Jean-Luc non è più stata la stessa.

LA RICOSTRUZIONE

Dopo la brutale aggressione avvenuta a Langon per mano di tre giovanissimi, il ragazzo era stato due mesi in coma, poi trasferito in un centro di riabilitazione specializzato sempre a Bordeaux e infine in una residenza per disabili. Fino alla fine la madre e la sorella gli sono state vicine. Poi, il messaggio pubblicato su Facebook ieri mattina da Alessia Krautsieder: «Jean-Luc tutta la via ora senza di te. Dimmi come farò? Tu sei il mio gemello dai colori sbagliati, la mia metà, il mio cuore, la ragione per ogni mio successo. Ora, dimmi, come farò?». E quello di sua madre: «Amore mio, tesoro, non voglio mostrare le tue ultime foto, quelle di un viso scarno e contratto dalla sofferenza. Ma il tuo vero volto, la tua vera anima. Solare, buono, gentile, ma soprattutto amato da tutti. Che tutto questo amore ti accompagni in un posto migliore. Ci mancherai tantissimo ma nessuno si dimenticherà di te, tu resti vivo, tu sei qui con noi per sempre». Sotto, una foto di Jean- Luc con una chitarra elettrica in mano, felice, sorridente. Era un musicista, appassionato anche di disegno, pronto a fare volontariato e ad aiutare. Ed è così che anche gli amici di Latina lo hanno sempre ricordato, cercando di non far mai mancare l'affetto alla famiglia e organizzando serate, concerti e incontri per sostenere la mamma ad affrontare le spese di viaggio verso la Francia.
Il movente dell'aggressione è legato a una rapina perché il borsello del ragazzo non è mai più stato trovato, ma la ragione di tanto accanimento verso un uomo che era da solo e non era certamente un violento, resta ancora un mistero. Alcune settimane dopo il pestaggio la polizia francese aveva identificato e arrestato i responsabili per tentato omicidio: due 18enni e un 13enne, tutti di origini rom. Attualmente sono in attesa di processo, ma ora cambia tutto: il tentato omicidio da ieri notte si è trasformato in omicidio.
Jean-Luc era nato a Nizza il 23 giugno del 1986, il papà è francese, ma da quando aveva due anni e fino al 2016 ha vissuto a Latina con la mamma. Diplomato al liceo scientifico Grassi e laureato in Scienze della Comunicazione aveva lavorato per una testata giornalistica diventando giornalista pubblicista. Poi nel 2016 la decisione di lasciare Latina per trasferirsi in Francia dove vivono il papà e la nonna paterna in cerca di lavoro e ci era riuscito, era stato assunto in una ditta. Poi quella maledetta notte mentre tornava a casa dopo aver cenato dalla nonna tutto è cambiato, è iniziato il calvario. Da ieri mattina si susseguono i messaggi di cordoglio sui social: «Era in Francia per lavoro, non è più tornato. In questi anni la solidarietà dei latinensi non è mancata per contribuire alle spese per la struttura sanitaria di riabilitazione dove si sperava potesse trovare salvezza - ha scritto anche l'ex sindaco Damiano Coletta - Anni in cui la lontananza ha pesato ancor di più sul dolore dei suoi cari». «Una notizia che non avremmo mai voluto sentire: il nostro concittadino Jean-Luc Krautsieder ci ha lasciati - ha scritto anche l'attuale sindaca Matilde Celentano - Alla famiglia mando un caloroso abbraccio a nome di tutta la comunità».
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