La sfida di Mauro Vicano: «Ripartire dalla cultura»

Il candidato sindaco, Mauro Vicano
di Gianpaolo Russo
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Domenica 5 Giugno 2022, 08:34 - Ultimo aggiornamento: 08:35

 È stato il primo nome ad uscire allo scoperto. Per oltre un anno è stato il candidato del Pd e del campo largo di centro sinistra. Poi, a tre mesi dal voto, si sono ribaltate le carte in tavola: il Pd e gli altri partiti hanno virato su Marzi. Lui, Mauro Vicano, non si è perso d'animo ed è andato dritto per la sua strada sostenuto da Azione, lista Vicano e Udc-Movimento delle partite Iva.
Cosa l'ha spinta a candidarsi a sindaco di Frosinone?
«È un impegno che ho sempre avuto per anni avendo svolto spesso in passato il consigliere comunale. Poi ho dovuto sospendere questo impegno politico perché era incompatibile con le cariche dirigenziali che ricoprivo (Asl e Saf). Adesso che la situazione tecnicamente non pone nessun tipo di incompatibilità mi sono riproposto per il bene della mia città».
Di fatto è in campagna elettorale già da oltre un anno quando il Pd decise di puntare su di lei. Poi i veti regionali hanno fatto cambiare idea ai Dem e ai 5 Stelle. Cosa le lascia questa esperienza?
«Il pretesto è stato quello di avere un procedimento giudiziario in corso (riferito al periodo quando era a capo della Saf, la società che gestisce lo smaltimento dei rifiuti a Colfelice) ma probabilmente c'erano anche motivazioni legate alla costituzione del campo largo di centro sinistra dove sono emerse alcune resistenze sulla mia candidatura. Quella del procedimento era un problema superabile perché si tratta di tecnicismi e dimostrerò a luglio di uscirne senza conseguenze. Questo cambio in corsa ha ovviamente modificato tutti i piani sulla mia candidatura. Penso che forse si sarebbe potuto difendere di più quella posizione. È mancato il coraggio da parte di qualcuno (il riferimento è a Francesco De Angelis suo sponsor iniziale, ndr)».


I tre obiettivi principali del suo programma?
«La cura dell'ordinario come se fosse l'opera pubblica più importante (decoro urbano, verde, mobilità urbana). Aspetti che incidono molto sulla qualità di vita dei cittadini. Voglio una Frosinone curata e non trascurata come oggi. Poi c'è il progetto del fiume Cosa: è una cerniera della città, inciderebbe dal punto di vista ambientale. Mi immagino di realizzarci piste ciclabili e pedonali e avrebbe anche una valenza dal punto di vista storico. Quindi mi piacerebbe realizzare un Museo, degno di un comune capoluogo. A Roma, presso i musei capitolini ci sono circa 18 mila quadri depositati in qualche magazzino per mancanza di spazi. Noi possiamo intercettarli per creare un museo nuovo capace di ospitare mostre di grande livello, oltre a recuperare i tanti reperti archeologici di Frosinone anch'essi nascosti in qualche magazzino in periferia. Voglio insomma rilanciare Frosinone dal punto di vista culturale e fare in modo che il capoluogo trovi una propria identità. Dobbiamo diventare centrali di un territorio che forse non ha mai riconosciuto questo ruolo alla nostra città».
Se dovesse diventare sindaco cosa farebbe nei suoi primi 100 giorni?
«Ripulire la città e fare un'opera di manutenzione straordinaria. Poi chiamerei subito un tecnico qualificato per far ripartire l'ascensore inclinato».
Perché votare Vicano e non gli altri?
«Sono l'unico direttore e dirigente di grandi aziende tra i candidati in corsa. Nella Asl ho gestito qualcosa come 4 mila persone, ho affrontato sistemi più complessi rispetto agli altri candidati. Ho dimostrato di saper risolvere i problemi. Con l'emergenza Covid ad esempio in pochi giorni ho triplicato i posti letto e trasferito un ospedale ad Alatri. Marzi e Mastrangeli hanno già governato ed i problemi strutturali della città (Piloni, traffico, parchi pubblici) non sono stati risolti ma peggiorati. . Iacovissi e Cosimato non li ho mai visti alla prova in situazioni complesse: sarebbero delle incognite».
Quanto ha speso per questa campagna?
«Massimo 5 mila euro: un po' di manifesti e bigliettini. Poi i social: non avevo Facebook ma in poco più di un mese ho raggiunto 3000 amicizie».
Gianpaolo Russo
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