Mare Nostrum, sfida ai trafficanti di uomini e 150mila salvataggi

Mare Nostrum, sfida ai trafficanti di uomini e 150mila salvataggi
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Domenica 19 Ottobre 2014, 06:21
GLI INTERVENTI
ROMA Il bilancio è in attivo ma solo sul piano umanitario: centocinquantamila vite tratte in salvo. Non basta. Perché i conti invece sono in rosso e le proiezioni dei costi troppo alte. E così Mare nostrum, operazione di soccorso nata il 18 ottobre dell'anno scorso, dopo la tragedia di Lampedusa, celebra il suo primo e ultimo compleanno. Ha già una data di morte certa: cesserà di esistere il prossimo primo novembre, quando entrerà in campo Triton, capitolo italiano dell'operazione Frontex: costerà meno di un terzo di Mare nostrum e avrà come obiettivo solo il contrasto dell'immigrazione clandestina. Fine dei soccorsi.
LE CIFRE
Dopo 365 giorni di attività, condotta 24 ore su 24, sono stati oltre 150.000 tra uomini, donne e bambini, i migranti assistiti dai mezzi impegnati da Mare nostrum e salvati in mare. Più di 94.000 quelli recuperati dalle navi della Marina Militare, 330 i trafficanti di esseri umani assicurati alla giustizia, grazie anche alla cooperazione con le procure interessate. Mentre sono tre le “navi madre” sequestrate. Risultati raggiunti con l'impiego di 32 navi militari, due sommergibili, elicotteri e aerei che sono intervenuti in un anno, dall'inizio dell'operazione, con l'impiego di 900 militari ogni giorno. Sono quasi sessanta i trasporti sanitari con elicottero effettuati in emergenza e tredici i boarding su navi sospette da parte dei team di fucilieri della Brigata Marina San Marco. I costi invece sono incerti, ma si aggiravano intorno ai nove milioni al mese. Per un anno intero il ministro Angelino Alfano ha chiesto l'intervento dell'Europa sollecitando aiuti. Ma Mare nostrum da Bruxelles è sempre stata considerata come un incentivo alla partenza dei migranti. Nel 2014 ci sono stati finora 207mila ingressi illegali di stranieri nel territorio Ue, il doppio rispetto a quanto registrato nell'intero 2013 (107mila), affermava pochi giorni fa Gil Arias Fernandez, che ha parlato di «drammatico aumento rispetto agli anni precedenti, anche rispetto al picco del 2011, quando si contarono 141mila ingressi irregolari». In Italia sono arrivati in 143mila.
TRITON
Chiusa la missione umanitaria, con Triton, ripartiranno i pattugliamenti delle coste. Si torna alla situazione precedente il 3 ottobre del 2013, quando si contarono 366 morti e 20 dispersi. Perché a differenza dei mezzi di Mare nostrum, che si spingevano quasi fino alle coste libiche, lo schieramento con la bandiera Ue si posizionerà a 30 miglia da Lampedusa. Il ministro Alfano ha assicurato che le ricerche e i soccorsi non saranno interrotti, ma la scelta europea sulle linee di pattugliamento appare chiara. Così come la natura dell'intervento che mira al controllo delle acque. Cosa accadrà non è ancora chiaro. Qualcuno spera che la Marina militare italiana resti in mare per soccorrere i naufraghi. E pochi giorni fa l'Alto Commissariato per i Rifugiati ha ha lanciato l'allarme: «La chiusura di Mare nostrum, senza che venga sostituita da un'operazione europea di soccorso in mare, metterà in pericolo la vita delle persone».
Valentina Errante
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