Ebola, volontari contro la quarantena I medici: «Così si blocca l'infezione»

Ebola, volontari contro la quarantena I medici: «Così si blocca l'infezione»
2 Minuti di Lettura
Sabato 1 Novembre 2014, 05:59
L'EPIDEMIA
ROMA La quarantena di 21 giorni, prevista dai protocolli ministeriali per gli operatori sanitari che rientrano dai Paesi africani colpiti dall'epidemia, divide organizzazioni non governative impegnate sul campo e infettivologi: se per le prime si tratta di una misura inutile secondo gli specialisti, invece, è un'arma prioritaria per bloccare il virus.
L'APPELLO
A lanciare un appello contro questo rischio è stata la Federazione internazionale della Croce rossa e Mezzaluna rossa. «La discriminazione di operatori sanitari, inclusa la messa in quarantena senza fondamenti scientifici, porterà ad una crisi di risorse umane nella lotta ad Ebola in un momento in cui abbiamo un bisogno di persone qualificate disposte a mobilitarsi e recarsi là dove sono più necessarie», avverte la Federazione della Croce rossa. «Non ci sono basi scientifiche - ha detto David Nabarro, coordinatore dell'Onu per Ebola - per le restrizioni poste sugli operatori sanitari di ritorno dall'Africa quando rientrano nel loro Paese se non hanno sintomi». Poco convinti dell'utilità della misura sono gli stessi medici attivi per contrastare l'epidemia: «Mi sembra che sia eccessivo», ha commentato il medico valdostano rientrato dalla Sierra Leone, in quarantena domiciliare da ieri. Una vera e propria contestazione, invece, quella dell'infermiera statunitense Kaci Hickox, che l'altro giorno è uscita per un giro in bicicletta con il fidanzato, sfidando le autorità che le avevano imposto di rimanere in quarantena. Ieri il giudice ci ha ripensato e ha annullato al misura restrittiva. Contro la quarantena senza sintomi si sono espresse anche la maggioranza delle organizzazioni non governative: «Parlare di allarme, di messa in quarantena, non serve a niente e a nessuno - afferma Cecilia Strada, presidente di Emergency -. I medici che operano nei Paesi a rischio meritano forse di essere trattati con maggior rispetto».
Sulla stessa linea anche Medici senza frontiere (Msf): «Misure di quarantena non sono necessarie - afferma Gabriele Eminente, direttore generale di Msf - mentre possono avere un effetto negativo per la gestione dei progetti in Africa».
GLI INFETTIVOLOGI
La pensano diversamente gli infettivologi: «Il sistema della quarantena - sottolinea il presidente della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), Massimo Andreoni - è il migliore in assoluto per bloccare le epidemie. Nel caso di Ebola, che ha un'incubazione di 21 giorni, è chiaro che tenere il soggetto in quarantena per tutto il periodo garantisce di individuare immediatamente l'insorgenza di eventuali sintomi impedendo il contatto con terzi proprio nel momento di tale insorgenza, quando il soggetto diventa infettivo». L'Oms ha emesso l'ultimo bollettino: i morti sono 4.951 su 13.567 casi in un totale di sei Paesi.