A distanza di tempo dal divorzio, l'ex coniuge, ancora giovane e in ottima salute, si rifiuta di cercare un lavoro? Per la Cassazione non ha più diritto all'assegno di mantenimento. Per ottenerlo, infatti, deve dimostrare, quantomeno, di essersi impegnato per cercare un impiego e di non avere avuto successo. I supremi giudici hanno messo questo principio nero su bianco in una sentenza pubblicata il 4 febbraio, con la quale hanno revocato il mantenimento a una quarantaseienne di Torino che aveva «un atteggiamento rinunciatario» nella ricerca di un'occupazione. La donna per anni ha incassato l'assegno divorzile, che negli ultimi tempi era stato ridotto a circa 200 euro. Ma l'ex marito, stanco di pagare, ha chiesto l'annullamento degli accordi, visto che l'ex consorte non aveva nemmeno cercato di rendersi indipendente economicamente.
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IL RICORSO
La Cassazione ha confermato la decisione dei giudici di secondo grado, che avevano sottolineato che, in questo caso, il mantenimento non era giustificato.
I PRECEDENTI
Una sentenza che segue un'altra pronuncia rivoluzionaria dei magistrati di piazza Cavour. Lo scorso ottobre i supremi giudici hanno stabilito che il diritto all'assegno di divorzio può venire meno nel caso in cui il coniuge beneficiario abbia una relazione sentimentale con periodi più o meno lunghi di convivenza, tanto da rendere stabile la nuova unione. Con questa motivazione la Cassazione aveva accolto il ricorso di un ex marito che aveva chiesto l'annullamento dell'assegno dovuto alla ex consorte che, nonostante di fatto dormisse più giorni a settimana con il nuovo compagno, non aveva mai ufficializzato la convivenza.