«Daniele di nuovo in azione» Sul rover che esplora Marte l'omaggio all'alpinista Nardi

«Daniele di nuovo in azione» Sul rover che esplora Marte l'omaggio all'alpinista Nardi
3 Minuti di Lettura
Sabato 20 Febbraio 2021, 16:35 - Ultimo aggiornamento: 16:41

«Ben arrivato su Marte, Daniele Nardi». Sì, perché a bordo di Perseverance, il rover ammartato alle 21:56 del 18 febbraio sul pianeta rosso, c'è anche il nome dell'alpinista di Sezze morto tragicamente due anni fa insieme a Tom Ballard mentre salivano sul Nanga Parbat lungo lo sperone Mummery in invernale. E' una storia di amicizia e di avventura che ha viaggiato per 5,5 milioni di chilometri, da Cape Canaveral al cratere Jezero grazie a un amico di Daniele, Filippo Thiery. Meteorologo, è stato lui a maggio del 2019 a scrivere il nome di Nardi nella lista che la Nasa avrebbe inciso su un microchip e caricato a bordo del rover in partenza per l'esplorazione del pianeta rosso. Il giorno è arrivato, la missione è iniziata, Nardi è con altri 10 milioni di nomi.


«Da bravo astronauta moderno, come amavi definirti nell'andare a calcare pareti dove nessun essere umano aveva ancora poggiato mani e piedi, sei di nuovo all'opera nell'esplorazione, nell'apertura di nuove vie, nello spingerti ai limiti della conoscenza umana per provare a portarli... un po' più in là» racconta Thiery dalla sua pagina Fb. La loro è una storia cominciata tanti anni fa. Filippo è stato il meteorologo delle spedizioni di Daniele Nardi, l'unico scalatore nato sotto al Po in grado di aver salito cinque ottomila, tra cui l'Everest e il K2. Sì, perché Nardi è nato e cresciuto a Sezze, la cittadina della provincia di Latina sui Monti Lepini dove la montagna più alta è la Semprevisa, appena 1536 metri sopra il livello del mare.

IL RACCONTO
«Mai avrei lontanamente immaginato - aveva scritto Thiery, dopo la tragedia - che sarebbe potuto arrivare il momento vissuto in queste ultime due settimane, quello in cui avrei fatto le previsioni meteo sul Nanga Parbat non per la pianificazione delle tue scalate, ma per fornirle a chi coordinava le operazioni volte alla tua ricerca». E invece è successo. A fine febbraio del 2019 si tentò di tutto nella speranza di trovare vivi Nardi e Ballard.

Poi, ci fu chi disse che Nardi aveva osato troppo. Falso. «Il Daniele che ho conosciuto - dice Tihery - è un ragazzo che teneva tantissimo alla vita, al punto da volerla colorare di sogno e di passione, e tutto faceva tranne che esporsi incautamente al pericolo, anzi. Ed è quello che racconterò a tuo figlio, il giorno che volesse ascoltare un vecchio amico di suo papà».

LA CARTA D'IMBARCO
Gli racconterà che l'avventura non è finita sulle nevi himalayane. Lo dimostra la simbolica carta d'imbarco del volo partito da Cape Canaveral. «Mi venne spontaneo scrivere il nome di Daniele Nardi- racconta Filippo - nella lista che la NASA metteva pubblicamente a disposizione». Quando il rover venne battezzato Perseverance, Thiery ci vide un segno del destino. «A quel punto il cerchio della mia personale dedica, già motivata dall'amore per l'esplorazione dell'ignoto e per la sete di conoscenza di Daniele, non poteva chiudersi in maniera più assoluta, pensando alla caparbietà, all'insistenza e alla tenacia con cui quella fantastica testa dura ha perseguito il suo sogno, il completamento della via perfetta sullo Sperone Mummery del Nanga Parbat».


Adesso l'avventura si sposta lassù, sul pianeta rosso dove Perseverance cercherà «tracce di possibile presenza di vita passata, fra le rocce e i sedimenti sugli ex-fondali di quello che miliardi di anni fa era il bacino di un lago, attuale cratere Jezero» racconta il meteorologo. Quindi nell'augurare buona missione a Daniele Nardi il suo amico gli rivolge una richiesta: «Lancia uno sguardo a quel puntino azzurro in cielo, ogni tanto, così non ci perdiamo di vista».
Vittorio Buongiorno
© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA