Caso Mare nostrum «Stop alla missione» I dubbi della Marina

Caso Mare nostrum «Stop alla missione» I dubbi della Marina
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Mercoledì 29 Ottobre 2014, 06:05
IL CASO
ROMA La questione di certo si risolverà questa mattina, quando i Gabinetti del ministero dell'Interno e della Difesa si confronteranno sull'uscita di scena di Mare nostrum e l'avvio di Triton. La Marina militare ha precisato che nessuno scontro è in atto con il Viminale, ma le parole dell'ammiraglio Filippo Maria Foffi, comandante in capo della flotta navale italiana e di conseguenza primo responsabile dell'operazione Mare nostrum, pronunciate al mattino a Bruxelles, alla conferenza organizzata dal Consiglio europeo per i rifugiati e gli esuli, hanno creato un certo imbarazzo. Foffi ha, di fatto, smentito il ministro dell'Interno Angelino Alfano annunciando che Mare nostrum andrà avanti ben oltre il primo novembre. «Ancora nessun ordine ufficiale è stato ricevuto dalla Marina militare italiana per la cessazione di Mare nostrum», ha dichiarato rimarcando l'errore commesso dell'Europa. In serata, l'ammiraglio ha raddrizzato il tiro ma la replica del Viminale era giù partita: «L'ordine arriverà in tempi strettissimi. E l'Italia uscirà da Mare nostrum».
La fine dell'operazione Mare nostrum, missione umanitaria nata il 18 novembre dell'anno scorso, dopo la strage dei profughi eritrei nelle acque di Lampedusa, aveva già trovato il disaccordo della Marina militare, protagonista dell'operazione sin dalla prima ora.
LA MARINA
I vertici della Marina avrebbero voluto mantenere il ruolo, con un prolungamento della missione o con il comando di Triton, operazione targata Ue contro l'immigrazione che, secondo l'annuncio di Alfano, dal 1 novembre sostituirà il soccorso italiano in mare. Ma al massimo, secondo un piano ancora da definire del quale probabilmente si discuterà anche questa mattina, la Marina, che prima si spingeva a ridosso delle acque territoriali libiche, potrà al massimo prendere a bordo i migranti, salvati entro trenta miglia da Lampedusa, per uno screening sanitario, prima che vengano accolti in Italia.
LA POLEMICA
Ieri, alla conferenza organizzata dall'Ecre, Foffi aveva sottolineato che nessun ordine era arrivato e Mare nostrum sarebbe andato avanti oltre il 1 novembre. «Non ho visto ancora nessun documento ufficiale riguardante Triton, solo tante bozze di lavoro, quindi non mi sento di commentare sulle forze che saranno messe in campo dall'agenzia per il controllo delle frontiere esterne dell'Ue - aveva sostenuto - ma mi rallegro di quanto ho sentito da un funzionario Frontex che ha rassicurato sul fatto che con Triton parteciperanno anche a operazioni di salvataggio di vite in mare». Foffi aveva criticato l'Europa: «Mare nostrum intanto va avanti esattamente come è cominciata il 18 ottobre dell'anno scorso e collaboreremo con Frontex con tutte le capacità di cui disponiamo. Sicuramente riceveremo ordini al livello politico di interrompere l'operazione ma, al momento, tali ordini non sono ancora arrivati. Da militare - aveva aggiunto l'ammiraglio - non posso anticipare quello che succederà fra una settimana o fra quindici giorni. Da cittadino europeo, invece, constato come l'Ue non abbia reagito per un anno al fatto che l'Italia gestisse la situazione praticamente da sola con Mare nostrum e invece, quando Alfano ne ha annunciato la cessazione, finalmente c'è stata una presa di responsabilità». In serata Foffi ha raddrizzato il tiro: «Ho solo risposto a una domanda, sottolineando che siamo in attesa di ordini in merito da parte delle superiori autorità. Ordini che sicuramente giungeranno nel momento opportuno».
IL VIMINALE
La secca replica alle parole di Foffi non si è fatta attendere. «L'ordine arriverà e l'uscita dell'Italia da Mare nostrum sarà realizzata in tempi brevi, non appena il Consiglio dei ministri scandirà i tempi». Questa mattina un incontro tra i gabinetti dei due dicasteri, probabilmente, farà chiarezza sull'equivoco.
Valentina Errante
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