Buco milionario, il crac dei Francescani

Buco milionario, il crac dei Francescani
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Venerdì 19 Dicembre 2014, 06:18
IL CASO
CITTÀ DEL VATICANO Di questa brutta pagina San Francesco non ne andrebbe di certo orgoglioso. Lui che si è spento consegnando ai suoi confratelli regole ben precise, tra cui il veto di maneggiare denaro, se non per ragione di necessità. L'Ordine dei frati minori sta vivendo ore drammatiche per l'improvvisa scoperta di un notevole dissesto finanziario. Si parla di decine di milioni di euro di esposizioni bancarie, ma nessuno in curia vuole quantificare la cifra. Un maxi debito. Di certo la situazione non deve essere facile visto che, ultimamente, in curia sono state tagliate persino le trasferte di tanti frati. Insomma, un bel guaio che il generale dei francescani, padre Michael Perry, nato ad Indianapolis ha deciso di pubblicare sul sito, tradotta in quattro lingue, una lettera diretta ai 13 mila frati dell'ordine, sparsi in 120 Paesi, per informare ognuno dell'accaduto. «La curia generale si trova in una situazione di grave, sottolineo grave, difficoltà finanziaria, con un cospicuo ammontare di debiti». Il bubbone è scoppiato quando a settembre il Definitorio generale, una specie di board formato da sei frati eletti dal capitolo generale, hanno dato mandato ad un pool di avvocati e commercialisti di passare a setaccio le attività svolte dal 2003 in poi dall'Economato generale. Dopo un primo esame si è ritenuto necessario creare una sotto commissione incaricata di stilare un rapporto sui libri contabili, i documenti, i carteggi interni. Papa Francesco è stato debitamente informato del dissesto. Alcuni giorni fa ha ricevuto padre Carballo, il precedente ministro generale dei francescani, attualmente in servizio alla congregazione dei religiosi. Padre Perry ha lanciato a tutti i ministri provinciali un appello, chiedendo di «essere comprensivi» e mettere mano al portafoglio. «Chiedo un contributo finanziario per aiutarci a far fronte all'attuale situazione che implica anche il pagamento di cospicue somme di interessi passivi». Ogni provincia francescana gode di autonomia gestionale, ha un proprio patrimonio destinato a finanziare la vita religiosa, le opere di carità e tutte le altre attività collegate allo spirito francescano, compreso gli ostelli, gli alberghi, le strutture educative e di studio. Un vasto arcipelago difficilmente controllabile a livello centrale. I pasticci sembrano riguardare la gestione centrale degli ultimi 10 anni, quando erano al governo prima padre Bini e successivamente padre Carballo. In quel periodo sono stati approvati investimenti di una certa consistenza, senza l'indispensabile copertura. Quali?
IL CANTICO

Il tam tam interno individua l'origine delle sofferenze in due grandi progetti, la ristrutturazione dell'auditorium dell'ateneo dei frati, modernissimo e all'avanguardia e la trasformazione in albergo di un edificio a pochi chilometri dal Vaticano, il Cantico, dotato di ogni comfort, rinnovato dagli architetti con materiali di prima scelta, marmi, boiserie, camere spaziose e un ottimo ristorante interno, utilizzato da diversi cardinali per cene e incontri. Insomma, chi ha dato il via libera a questi ambiziosi piani di lavoro ha fatto il passo più lungo della gamba, inguaiando l'attuale gerenza.
Franca Giansoldati
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