Blitz dei carabinieri contro i jihadisti al setaccio case sospette nel bellunese

Blitz dei carabinieri contro i jihadisti al setaccio case sospette nel bellunese
2 Minuti di Lettura
Venerdì 31 Ottobre 2014, 06:07
L'ALLERTA
VENEZIA I Ros hanno compiuto, un blitz anti-terrorismo islamico nel bellunese. I militari dell'Arma hanno effettuato alcune perquisizioni in abitazioni della provincia, mentre la procura distrettuale antimafia di Venezia avrebbe iscritto nel registro degli indagati tre persone, non più nel Paese, con l'ipotesi di reato di associazione eversiva (270 bis). L'operazione sarebbe la prosecuzione dell'attività anti-terrorismo che portò ad indagare cinque persone nell'agosto scorso, dopo che le stesse, dei bosniaci e macedoni, dal Veneto si erano trasferite in Siria per aderire all'Isis. Ieri invece i Ros hanno perquisito alcune abitazioni a Longarone, Ponte nelle Alpi e nella conca dell'Alpago.
IL SEGRETO

Sulla vicenda le forze dell'ordine e gli inquirenti tengono il massimo riserbo, ma il «percorso» fatto dai Ros segue le tracce della prima tranche di indagine e i tre indagati, che dovrebbero essere andati in Siria come jihadisti, avrebbero lasciato l'Italia da tempo. Ad agosto l'indagine, condotta dai carabinieri del Ros, era legata alle sorti di Ismar Mesinovic un bosniaco residente nel bellunese morto in Siria all'inizio dell'anno in combattimento dopo aver aderito alla «guerra santa». L'attenzione su Mesinovic, e i cinque indagati di cui nessun italiano, si era infatti concentrata fin dall'inizio su soggetti dell'area balcanica, persone che avrebbero avuto a che fare con l'uomo prima che questo 'sparissè dal Veneto, nel dicembre 2013, portando con sè il figlioletto di due anni, del quale si sono perse le tracce.
LA RICOSTRUZIONE

Alla conclusione che Mesinovic sia morto in Siria, ad Aleppo, gli investigatori erano giunti attraverso foto, circolate anche sul web, che lo vedono esanime a terra, in condizioni che fanno presumere sia stato ucciso probabilmente in combattimento. L'ipotesi più accreditata è che l'uomo - secondo il racconto della moglie tutt'ora in Italia e da lui abbandonata - già fervente musulmano, si sia radicalizzato ed abbia aderito alla jihad andando a combattere al fianco degli insorti contro Assad convincendo altri musulmani residenti, all'epoca tra il bellunese e il vicino Friuli, a seguirlo.
Ieri a Kobane, in Siria, l'Isis ha però fatto segnare una pesante battuta d'arresto dal punto di vista militare. I Peshmerga, infatti, sono riusciti ad entrare nella città curda, togliendola di fatto dal controllo delle milizie del califfato. L'operazione è stata possibile grazie all'apertura delle frontiere della Turchia, che ha così agevolato i combattenti curdi nel viaggio verso Kobane.
L. Fan.
© RIPRODUZIONE RISERVATA