Ceccano, diffida e rischio sequestro per il depuratore industriale

Ceccano, diffida e rischio sequestro per il depuratore industriale
di Pierfederico Pernarella
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Mercoledì 27 Aprile 2022, 09:44 - Ultimo aggiornamento: 28 Aprile, 07:20

 Non c'è pace per i depuratori industriali della provincia di Frosinone. Dopo i guai dell'impianto di Villa Santa Lucia, da circa un anno sotto sequestro per inquinamento ambientale, grane anche per quello di Ceccano, in località San Paolo. Anche questo gestito dalla società AeA per conto del Consorzio industriale. La direzione ambiente della Regione Lazio, con un provvedimento a firma del direttore Vito Consoli, ha diffidato la società a mettersi in regola rispetto ad una serie di violazioni. Quelle più gravi riguardano gli scarichi anomali in ingresso comunicati dalla stessa società AeA.

Da giugno 2021 sono arrivate sia alla Regione che alle autorità di controllo 90 segnalazioni che hanno riguardato quasi sempre due parametri: l'Azoto ammoniacale, fosforo e il Cod, ossia uno dei parametri che viene utilizzato per misurare il carico organico inquinante nelle acque reflue. In accordo con Arpa sono stati effettuati i controlli per individuare l'origine di questi scarichi anomali. La società AeA è stata diffidata a mettersi in regola. La società viene anche diffidata ad effettuare le analisi così come previsto nel Piano di monitoraggio e controllo con cadenza bisettimanale e giornaliera. E più in generale la AeA entro il termine di 10 giorni dovrà inviare una relazione che tenga presente tutte le criticità rilevate da Arpa. Ma non è tutto.
 

IL PROCEDIMENTO PENALE
Sul depuratore industriale di Ceccano pende anche un procedimento penale ora tornato al vaglio del Gip del Tribunale di Frosinone dopo un lungo percorso iniziato oltre due anni fa quando sia il Gip del capoluogo che il Riesame avevano respinto la richiesta di sequestro presentata dalla Procura nell'ambito di una inchiesta del nucleo investigativo dei carabinieri forestali di Frosinone sugli scarichi inquinanti.
Il procedimento però è stato rimesso in gioco dalla Cassazione che a febbraio dello scorso anno ha dato invece ragione alla Procura ordinando al Riesame di rivalutare la richiesta. E il Riesame si è espresso sul caso alla fine dello scorso anno tenendo presente i rilievi che erano stati mossi dalla Suprema Corte. Secondo la Cassazione, infatti, diversamente da quanto avevano concluso in prima battuta il Gip e poi il Riesame, l'attualità del pericolo di inquinamento ipotizzato dalla Procura ci sarebbe stato eccome.
Ora dopo la nuova pronuncia del Riesame a fine dello scorso anno, la richiesta di sequestro è tornata sul tavolo del Gip che deve valutare le modalità con cui attuare la misura richiesta dalla Procura. È chiaro infatti che l'impianto non può essere fermato perché manderebbe in tilt il comparto industriale dell'area del frusinate.
Una situazione non facile che fa il paio con quella dell'impianto di Villa Santa Lucia, che serve principalmente la cartiera Reno de Medici. Il depuratore è finito sotto sequestro ed è affidato ad un amministratore giudiziario. Nei giorni scorsi il sindaco di Cassino, Enzo Salera, ha illustrato la relazione tecnico-ambientale da cui sono emersi gravi criticità strutturali e tempi lunghi per metterle a posto.
 

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