«Oggi non chiudiamo», parte da Fondi la protesta del titolare della catena di caffetterie

«Oggi non chiudiamo», parte da Fondi la protesta del titolare della catena di caffetterie
di Mirko Macaro
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Venerdì 15 Gennaio 2021, 09:58

Salvo dietrofront dell'ultimo minuto, la sfida ai dettami del Dpcm toccherà anche la ristorazione pontina: «Oggi abbiamo intenzione di non chiudere i punti vendita alle 18, ma alle 22. E non è una protesta, è un modo per difendere il nostro lavoro. Il settore è allo stremo».
A parlare è il 36enne fondano Roberto Massarone, fondatore e manager della catena di caffetterie a marchio Le Cinéma Café, che conta 9 locali distribuiti tra la provincia di Latina (a Fondi, Formia e Terracina), il Frusinate, le Marche e il Veneto. Una realtà imprenditoriale solida e che ha provato a scommettere sulla forza del fare impresa anche durante la pandemia, tanto da sbarcare fuori regione proprio negli ultimi mesi. Non mancando però, ad un certo punto, di fare i conti con le ingenti perdite derivanti dalla crisi figlia dell'emergenza sanitaria e dei conseguenti provvedimenti governativi. Fino a decidere di aderire all'iniziativa #IoApro, una sorta di ribellione al vigente coprifuoco dell'asporto che rischia di allargarsi a macchia d'olio. Partendo da una convinzione: «Tutelare la collettività pur lavorando a pieno ritmo si può, basta continuare a mettere in atto le dovute precauzioni igienico-sanitarie», sostiene Massarone. «Del resto, credo che i dati dimostrino come gli untori' non siano da ricercare tra gli operatori della ristorazione».
Un venerdì con orario prolungato a dispetto delle attuali normative, quindi, per i locali marchiati Le Cinéma. Consci dei potenziali strascichi? «Sappiamo che restando aperti andremo incontro a sanzioni, e magari non soltanto. Come sappiamo che le forze dell'ordine e le amministrazioni locali devono e dovranno attenersi alle disposizioni arrivate dal Governo», assicura dalla sua base operativa di Fondi il manager della catena del Food&Beverage. «Comunque, siamo pronti alle conseguenze». Di più: «Se qualche cliente dovesse andare incontro a una multa per essersi servito da noi in determinati orari, ci occuperemo delle spese legali di eventuali ricorsi».
Un'immagine di tenacia imprenditoriale, quella tratteggiata da Massarone rispetto agli ultimi mesi vissuti dall'azienda che guida: «Nonostante le grandi difficoltà racconta con gli occhi lucidi - abbiamo preservato i livelli occupazionali, garantendo la stabilità di decine di famiglie, e creato altri posti di lavoro. Sostenendoci a lungo con le sole casse societarie, dato che gli ultimi ristori sono arrivati mercoledì. Non è giusto ritrovarsi in certe condizioni, si stanno alimentando le disuguaglianze sociali». Lo sconforto cresce sempre di più, di pari passo col peso delle responsabilità nei confronti dei dipendenti.
«Fino ad adesso abbiamo dimostrato di credere nello Stato e nel rispetto delle regole, ora ci sentiamo esausti. Giusto per rendere l'idea, nelle ultime tre settimane abbiamo registrato un calo delle entrate da centinaia di migliaia di euro», confida l'imprenditore. «Il virus c'è e circola, non siamo certo dei negazionisti. Ma la nostra è una presa di posizione di necessità. Per noi e per l'intero comparto».
Mirko Macaro
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