Il voto dell'altra Ucraina Oggi i filorussi alle urne Kiev furiosa: «È una farsa»

Il voto dell'altra Ucraina Oggi i filorussi alle urne Kiev furiosa: «È una farsa»
2 Minuti di Lettura
Domenica 2 Novembre 2014, 05:47
LA CRISI
KIEV A sette mesi dal referendum sull'indipendenza da Kiev, gli abitanti delle zone ancora sotto controllo dei separatisti filorussi nell'Ucraina orientale sono chiamati a legittimare le autorità locali. Le due Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk eleggono i loro capi di Stato ed i rispettivi Soviet. In totale sono state stampate 3 milioni di schede elettorali, ma si calcola che nei «distretti speciali» (come vengono definiti dai governativi) siano rimaste circa due milioni di persone. I cittadini rifugiatisi «in territori occupati o all'estero», principalmente in Russia, potranno votare via Internet. La Commissione elettorale di Donetsk accetterà l'invio della copia scannerizzata del passaporto per spedire a sua volta via e-mail il bollettino.
Nei giorni scorsi alcuni sfollati dell'Est in territorio controllato dai governativi hanno denunciato che in alcune località della regione di Lugansk i separatisti hanno inspiegabilmente fotocopiato i documenti di quanti chiedevano di ricevere gli aiuti umanitari in arrivo dalla Russia. L'Ucraina ha definito queste consultazioni come «una farsa» in violazione degli accordi di Minsk del 5 settembre scorso, grazie ai quali è in vigore un fragile cessate il fuoco. Unione europea e Stati Uniti sostengono questa posizione. Ma il Cremlino non ci sente: ha deciso di riconoscere lo stesso la validità del voto e la sua “legalità”.
IL FAVORITO
A Donetsk la situazione è tranquilla anche se tesa. Come racconta una nostra fonte in loco, nonostante il freddo la gente passeggia per le strade, dove sono pochissimi i manifesti elettorali. Soltanto ieri mattina si è sparato vicino all'aeroporto internazionale, ancora in mano ai governativi. Nei seggi l'adesivo con il vessillo dei filorussi è stato appiccicato sopra al tridente ucraino in urne trasparenti. In corsa per la presidenza della Dnr vi sono tre candidati, ma uno solo è il grande favorito, l'attuale leader Dnr, Aleksandr Zakharchenko. Volantini degli altri due pretendenti non se ne vedono in giro. «Alla fine di novembre – ha promesso Zakharchenko – inizieremo a pagare le pensioni». Da tre mesi i minatori sono senza paga. In città manca il contante. Due sono i movimenti che si divideranno i 100 seggi del Soviet: “Donetskaja Respublika” (con i principali capi separatisti) e “Svobodnyj Donbass” (con l'ex governatore popolare Pavel Gubarev). È stato annunciato che 51 sono gli osservatori presenti nel capoluogo del Donbass, fra cui un eurodeputato dell'estrema destra francese. Nei distretti separatisti di Lugansk sono 4 i candidati in lizza per diventare presidente della Lnr. Anche qui il chiaro favorito è l'attuale capo dei filorussi Igor Plotnitskij. A Kiev gli analisti prevedono già il risultato “ufficiale”: affluenza 85-90% e pieno sostegno ai vecchi leader, ora investiti da una elezione. Insomma, voto bulgaro! Anzi del Donbass!
Giuseppe D'Amato
© RIPRODUZIONE RISERVATA