<MC>Sottosegretario, qual è la sua opinione sulla situazione che si è venuta a creare?
</MC>«Io credo che la situazione nella quale si trova Tronca sia oggettivamente difficile in quanto è chiamato ad operare scelte che implicano una valutazione politica. Un elemento che esula dalla sua responsabilità di commissario».
<MC>Come pensa che dovrebbe comportarsi?
</MC>«Ritengo sia corretto che cerchi una soluzione in collaborazione con il ministero dell’Economia e nelle prossime ore il dossier sarà sul tavolo del ministro Padoan. Dobbiamo muoverci in tempi rapidi per sciogliere questo nodo che però, mi lasci dire, va ben oltre Roma e riguarda tutto il pubblico impiego».
<MC>A cosa si riferisce?
</MC>«Mi riferisco al fatto che in questi anni il principio ispiratore dei premi di risultato è stato tradito e sostituito con una logica secondo la quale questi soldi sono stati distribuiti a tutti indiscriminatamente. E questo andazzo deve finire. Anche per questioni di salute del bilancio pubblico. È un fatto fuori discussione che la spesa pubblica in Italia sia cresciuta in maniera più veloce che in passato anche a causa dei meccanismi deleteri di concessione del salario accessorio».
<MC>In che modo dovrebbero cambiare le cose?
</MC>«Voglio ricordare che la riforma della Pa offre già i primi strumenti responsabilizzando i dirigenti, ma questo sappiamo che ancora non basta. Bisogna introdurre criteri di valutazione più seri prevedendo in partenza che i premi non potranno gratificare, ad esempio, più dell’80% degli statali, mentre oggi va a finire che la remunerazione finisce in tasca ad una pluralità indistinta di persone. Dare tutto a tutti non è giusto nei confronti di chi si distingue nella Pa».
<MC>Non c’è il rischio di mandare un segnale negativo nei confronti del pubblico impiego?
</MC>«Al contrario, io credo che sia interesse dei lavoratori del pubblico impiego che ci sia una sana competizione tra le varie amministrazioni le quali oggi, incassando i medesimi premi, non hanno neppure lo stimolo a guardare oltre se stesse per imparare da quelle più meritevoli come migliorare la propria produttività».
<MC>L’eventuale a mancata assegnazione dei premi, a Roma o altrove, può risolversi in un ulteriore taglio nei confronti del comparto statale?
</MC>«No, assolutamente. Voglio essere chiaro su questo punto: i premi non distribuiti dovrebbero essere utilizzati per sostenere finanziariamente il rinnovo dei contratti garantendo così i giusti aumenti salariali dopo questi lunghi anni in cui la negoziazione è stata congelata».
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