Una forte tensione diplomatica. Tra Italia e Cina. La Repubblica popolare cinese è intervenuta con durezza - «Grave errore, l’Italia non ha alcun diritto d’intromettersi nei nostri affari» - sulla vicenda dei parlamentari italiani che hanno dato parola e sostegno a Joshua Wong, il leader della protesta di Hong Kong, considerato a Pechino un nemico del popolo, un pericoloso dissidente che mette a repentaglio l’ordine nel Paese comunista. E la reazione italiana alla reazione cinese è altrettanto dura, e proprio da parte di chi - Luigi Di Maio, ministro degli Esteri - per la Cina ha sempre avuto un debole: «Abbiamo sempre avuto ottimi rapporti con il governo cinese, ma i nostri legami e i rapporti commerciali non possono mettere in discussione il rispetto delle nostre istituzioni, del nostro Parlamento e del nostro governo».
GRILLISMO E IMPERO
Insomma sui diritti civili e sulle proteste in Cina, la Farnesina sembra non voler fare sconti al gigante comunista. Il primo a rispondere alle polemiche dell’ambasciata cinese è stato, sempre di grillini si parla, Roberto Fico. «Difendo e difenderò sempre il diritto dei parlamentari di esprimere le proprie opinioni e i propri giudizi politici. Le parole dell'ambasciata cinese rispetto alla conferenza stampa cui hanno preso parte esponenti politici e l’attivista Joshua Wong sono profondamente irrispettose».
Così scrive su Facebook il presidente della Camera, commentando la posizione cinese secondo cui sarebbero «irresponsabili» i nostri che hanno fatto una videoconferenza con Wong.«Il Parlamento ha infatti il diritto e il dovere di ascoltare sempre tutte le posizioni e tutte le parti in causa - conclude Fico - anche in relazione ad avvenimenti che si svolgono in altri Paesi». Ma l’ambasciata cinese in Italia insiste: «Wong ha distorto la realtà, legittimato la violenza e chiesto l’ingerenza di forze straniere negli affari di Hong Kong».
La conferenza stampa in favore delle proteste di Hong Kong era stata organizzata l’altro giorno a Palazzo Madama da Fratelli d’Italia (con Adolfo Urso) e dai Radicali nella quale è intervenuto il leader delle anti-Pechino. Hanno partecipato tra gli altri il forzista Enrico Aimi e la dem Valeria Fedeli. La Farnesina di fronte alla protesta del regime di Pechino fa trapelare questo dissenso esplicito: «Le dichiarazioni cinesi sono inaccettabili e totalmente irrispettose della sovranità del Parlamento italiano». L’intervento a favore di Wong arriva dopo che il dissidente di Hong Kong ha anche criticato Di Maio per la sua linea di queste settimane di «non interferenza» nelle vicende cinesi che è stata considerata troppo morbida e fiancheggiatrice del governo di Pechino da parte del movimento di protesta. Che ha accusato il nostro ministro degli Esteri di «indifferenza» rispetto alla repressione in atto contro i giovani in piazza. M5S cerca ora di discostarsi da questa immagine di schiacciamento sulle posizioni del governo cinese, e fa muro di fronte alle critiche di Pechino. Creando una tensione in un rapporto che procedeva in maniera così fluida, al punto che Beppe Grillo la settimana scorsa è stato accolto all’ambasciata cinese a Roma con tutti gli onori.
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