Hanno ucciso il capitano Totti, ecco East End, film d’animazione del trio Moccia-Squillaci-Scanferla

Totti nella mischia
di Francesco Alò
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Martedì 15 Dicembre 2015, 00:01 - Ultimo aggiornamento: 17 Dicembre, 15:34
Hanno ucciso Francesco Totti. Sono stati tre bambini animati partoriti dalle menti di Luca Scanferla, Giuseppe Squillaci e Federico Moccia. I primi due si sono conosciuti all'Accademia di effetti speciali di Carlo Rambaldi mentre il terzo lo conosciamo assai bene come autore televisivo, scrittore di best-seller e regista da box office (soprattutto con il dittico "Scusa ma ti chiamo..."). Cosa c'entra la fine tragicomica del mitologico capitano della Roma con East End, lungometraggio d'animazione folle e spensierato prodotto da Canecane e Earcinema, diretto da Scanflerla & Squillaci più l'apporto in una sceneggiatura a sei mani dell'eclettico Moccia, in grado di prendersi in giro con un'autoironia feroce inusuale dalle nostre parti? C'entra tutto e soprattutto c’entra Totti. 

IL DERBY
Un raggio letale che arriva dallo spazio - più precisamente dal satellite Golia dislocato da Obama per cercare di rintracciare e colpire il terribile terrorista Al Zabir Muffat. Tre bambini dello "sprofondo" di Roma Est (da lì il titolo) di nome Leo, Lex e Vittorio dirotteranno il segnale del Golia per vedere di straforo il derby Roma-Lazio con l'effetto devastante, però, di concentrare sullo stadio Olimpico la furia bellica dell'esercito Usa nel bel mezzo della partita di calcio. 

Tutto East End è all'insegna dell'equivoco e della coralità episodica. Nato come progetto di serie tv basato su uno humour beffardo e splatter figlio di Simpson, South Park e Griffin, il film segue sì le disavventure di tre bambini sboccati e irriverenti della periferia capitolina ma contemporaneamente prende in giro importanti figure dell'attualità politica e non con chiare ambizioni di internazionalità. Vedremo i papi Benedetto XVI (romanista) e Francesco I (laziale) scherzosi e tifosi a pochi giorni da quell'8 dicembre in cui Ratzinger e Bergoglio letteralmente si abbracciarono durante la cerimonia di apertura della Porta Santa. Coincidenza straordinaria. Poi ci sarà Nanni Moretti in vespa («Roma Est, però, pensavo peggio»), Angela Merkel (personaggio dell'anno 2015 per la rivista Time) prendere a scudisciate come dominatrix Silvio Berlusconi, Obama con una forte parlata milanese (effetto straniante ma quasi irresistibile), poliziotti pronti a picchiare vigliaccamente un cieco indifeso (impossibile non pensare, oggi, al caso Cucchi) e un palazzone di periferia (Bertozzi Tower) dove dei pacifici musulmani potrebbero passare per terroristi sempre per colpa dei tre infanti di cui sopra.

Ma attenzione però: i pargoli non sono solo brutti, sporchi e cattivi. Devono fronteggiare genitori narcisisti distanti, compagni di scuola bulli, parenti in galera, patrigni violenti e proprietari edilizi così senza scrupoli da nascondere nel passato qualche inquietante piano omicida. Dolcissimo il coprotagonista bambino Ugo con misteriosa cicatrice saltellante da guancia destra a sinistra, così alienato e tenebroso da fare amicizia con una bambina fantasma che gioca con la palla, citazione evidente dell'horror di culto [/FORZA-RIENTR]Operazione paura (1966) di Mario Bava. Insomma: il cinema italiano sottovaluta drammaticamente uno dei generi più redditizi del momento come l'animazione.

Ecco invece un cartoon così folle e incosciente (con il nostro consueto ritardo cronico rispetto agli anglosassoni) da creare un precedente assurdo e per questo vitale. Sbagliò parecchio la Festa di Roma a non selezionarlo per creare un'accoppiata vivace con il supereroe di Torpignattara di Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti. Il film viene presentato oggi in Concorso a L'Aquila Film Festival. Con tutti i suoi difetti e grossolanità, questa è un'ottima base di partenza per cominciare anche noi a cercare di intercettare un segno più aggressivo, violento e liberatorio. Il segno dell'animazione moderna.
 
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