Roma, l’allarme del Foreign Office ai turisti inglesi: «Attenti alla truffa dello specchietto»

Roma, l’allarme del Foreign Office ai turisti inglesi: «Attenti alla truffa dello specchietto»
di Lorenzo De Cicco
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Martedì 12 Marzo 2019, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 11:48

C’erano una volta le Vacanze romane, tutte romantici giri in vespa tra i monumenti. Oggi forse, Audrey Hepburn e Gregory Peck, li vedremmo in una macchina noleggiata all’aeroporto alle prese con la truffa dello specchietto, costretti a sganciare cento euro a un imbroglione che ha appena simulato un incidente sul Raccordo. Finale: una pattuglia dei carabinieri sgomina gli impostori e restituisce il maltolto alla coppia di innamorati. Non tutti i raggiri, però, hanno l’happy ending. Ecco perché il governo del Regno Unito ha messo in guardia i turisti britannici che si preparano all’atterraggio nella Città eterna: occhio agli incidenti simulati sulle strade dell’Urbe, perché possono costarvi caro. Tutto messo nero su bianco nei «travel advice», i consigli di viaggio stilati dal Foreign Office, il ministero degli Esteri di Sua Maestà. 

Romanina, specialista della truffa dello specchietto arrestato: si era fatto dare 100 euro da una donna

Castelli Romani, truffa dello specchietto, segnalati alcuni casi, un arresto a Frascati. Foto Luciano Sciurba

È l’ultima cartolina a tinte fosche che arriva all’estero dalla Capitale, dopo i «romani rassegnati al declino» raccontati sul New York Times e il titolo «tutti i rifiuti portano a Roma» comparso l’altro giorno su Le Monde. Ora tocca agli inglesi. Nel bollettino sull’Italia stilato dal governo di Londra, che viene aggiornato periodicamente, oltre ai soliti avvertimenti sui taxi abusivi, sugli scippi a bordo dei mezzi pubblici e sui limiti al consumo di vino e birra, ecco spuntare la truffa dei «finti incidenti», pratica diffusissima, soprattutto nella variante dello specchietto ammaccato. Che miete ogni anno centinaia di vittime: solo nel 2018 150 denunce (ma non tutti segnalano gli episodi alle forze dell’ordine) e 27 arresti messi a segno dai Carabinieri. Perfino il comandante dei vigili urbani, qualche tempo fa, è stato abbordato dai delinquenti, i quali ovviamente non l’avevano riconosciuto e difatti, per loro, è finita male.



«STATE IN GUARDIA»
«Tenete presente - scrive il Foreign Office ai connazionali in visita nel nostro Paese, «in particolare a Roma», ma anche a «Milano e Pisa» - che i ladri potrebbero usare una varietà di metodi per distrarvi o esortarvi a fermare la vostra auto», sempre più spesso noleggiata a Fiumicino o Ciampino, oppure presa in strada col car sharing. Queste pratiche truffaldine, annota il Ministero degli Esteri britannico, «potrebbero includere la richiesta di fermarsi per un aiuto o per un’indicazione, oppure segnalare un finto danno causato dalla vostra macchina». Il raggiro dello specchietto appunto, il cui canovaccio, al netto della capacità d’improvvisazione degli impostori, è solitamente lo stesso: un botto simile a un urto (prodotto di proposito, magari con dei sassi o un bastone), una macchina che sbuca accanto alla vostra e vi intima di accostare, richiesta spesso accompagnata dallo sbracciarsi tipico di chi ha subito un incidente, magari con qualche urlo dal finestrino, a mo’ di spiegazione: «Mi hai preso». A quel punto parte la messa in scena, che si conclude sempre così, col tono finto-accomodante di chi dice di essere disposto a venirvi incontro, di non chiamare le forze dell’ordine (non potrebbero, del resto, altrimenti la frode sarebbe scoperta), e di chiudere la vicenda con un pagamento cash. Quanto? Gli importi cambiano da caso a caso, ma il prezzario medio del truffatore dello specchietto si aggira intorno ai 100 euro.

IL «PREZZARIO»
A qualcuno è andata molto peggio. Proprio ieri, una signora di 75 anni - italiana, non turista, in questo caso - agganciata sulla Pontina, ha dovuto tirare fuori 350 euro. Per fortuna la scena è stata notata da una volante della polizia, i due malviventi sono stati arrestati e alla signora sono state restituite le banconote. Il lieto fine, almeno questa volta, c’è stato.
 

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