Roma, giallo di Trigoria, bruciata e nascosta nel cassonetto per rubarle la pensione

Giallo di Trigoria, bruciata e nascosta nel cassonetto per rubarle la pensione
di Giuseppe Scarpa
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Giovedì 27 Giugno 2019, 00:57 - Ultimo aggiornamento: 11:39

Il sospetto è che il corpo carbonizzato rinvenuto tra cumuli di rifiuti e lamiere bruciati, il 3 giugno a Trigoria, sia di una pensionata morta di tumore. È un’ipotesi che seguono gli investigatori e che farebbe pensare come - dietro al ritrovamento dei resti della donna - non vi sia la mano di un assassino ma forse di qualcuno che ha cercato di occultare il cadavere. Qualche parente, ragionano gli inquirenti, una volta morta la signora per cause naturali, avrebbe tentato di disfarsi del cadavere per poter continuare tranquillamente ad incassare la pensione. È anche per questo motivo che, chi indaga, lancia un appello affinché chi ha notato l’assenza di un anziano comunichi il caso alla polizia.

Roma, il giallo di Trigoria, il cadavere carbonizzato resta senza un nome

È ad oggi un’ipotesi - non l’unica ovviamente - ma quella che appare maggiormente percorribile. La stessa autopsia, affidata al medico legale Francesca Cordova, ha spinto gli investigatori, il pubblico ministero Francesco Dall’Olio e la sezione omicidi della Squadra Mobile, a seguire questa pista. 
 

 


LA PISTA
I resti ritrovati, infatti, suggerirebbero due dati significativi. Prima di tutto, dal piede esile e minuto il medico legale ha ricavato l’età della donna: sopra la sessantina. In secondo luogo si è potuto accertare la presenza di un tumore al cervello che potrebbe aver determinato il decesso dell’anziana signora. Ad ogni modo il fascicolo continua ad essere iscritto con il titolo di reato di omicidio, pronto ovviamente ad essere modificato qualora dovessero emergere conferme alla teoria degli investigatori. 

Lo scenario, insomma, è da brivido. All’inizio la mente era subito volata a quello che all’epoca - era l’8 marzo del 2011, giorno della festa della donna - venne ribattezzato come “il macellaio dell’Ardeatina”. Un assassino ancora libero che fece a pezzi una donna mai identificata, asportandole cuore, polmoni e viscere, come si fa per gli animali. Il carnefice abbandonò il corpo ai bordi della strada in località Porta Medaglia, altro luogo frequentato da prostitute e a una manciata di chilometri dal punto in cui il cadavere è bruciato il 3 giugno. Ma, ad oggi, non sembra esserci alcun tipo di legame tra i due espisodi. Gli inquirenti guardano ai dati certi e oggettivi. Un rebus comunque complicato. Una risposta esaustiva non è stata fornita dall’esame del Dna, i frammenti biologici estrapolati non hanno coinciso con eventuali persone scomparse o personaggi in qualche modo già “schedati”. 

LA TRANS BRASILIANA
Gli agenti poche ore dopo, il ritrovamento del cadavere, avevano rintracciato e interrogato la trans brasiliana che “presta servizio” solitamente proprio in quel punto, davanti alla cancellata di ingresso di un appezzamento privato lungo la strada in aperta campagna a Trigoria Alta, poco oltre il campo sportivo dove si allena la squadra di calcio dell’As Roma. La trans lunedì sera del 3 giugno, intorno alle 23 quando il rogo è esploso, però, non c’era. «Noi ragazze ci siamo solo durante il giorno - aveva detto agli agenti della Squadra Mobile - io di notte non vado e quella sera non c’ero». I poliziotti avevano continuato ad ascoltare altre “lucciole” per capire se qualcuna di loro era scomparsa. Ma finora nessuna assenza è stata denunciata alle forze dell’ordine. Altresì sono stati sentiti alcuni residenti della zona, il custode del terreno e la persona che ha allertato i vigili del fuoco. Da loro, però, non sono emersi elementi utili.

In assenza, per ora, di altri indizi il lavoro degli inquirenti, confortato anche dalle risultanze emerse dall’autopsia, ha virato sulla possibilità che l’anziana possa essere morta per il tumore al cervello e che qualche parente si sia disfatto del corpo per poter incassare la pensione. Fondamentale, a tal fine, potrebbero essere le segnalazioni alla polizia: «segnalateci i casi di anziani scomparsi» è l’appello degli investigatori.
 

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