Tifoso morto, Gravina: «In campo per non darla vinta ai violenti, ora lavoriamo per creare le Fan Zone»

Tifoso morto, Gravina: «In campo per non darla vinta ai violenti, ora lavoriamo per creare le Fan Zone»
di Emiliano Bernardini
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Venerdì 28 Dicembre 2018, 00:29 - Ultimo aggiornamento: 12:29
«La decisione di non sospendere il campionato è mia. Non posso e non voglio darla vinta ad un gruppetto di violenti. Deve vincere il calcio e non loro». 
Come è maturata la decisione?
«E’ stata una scelta che ho condiviso con tutti i presidenti della serie A. Li ho chiamati e ho espresso loro il mio punto di vista su questa situazione. Nessuno ha avuto da ridire».
Qual è stata la prima persona che ha sentito ieri mattina?
«Il vice presidente Sibilia. Poi ho chiamato il presidente della Lega Micciché, il Coni e i Sottosegretari Giorgetti e Valente. C’è grande sintonia ed è stato facile convincerli sulla scelta di continuare a giocare. Serve una risposta tangibile a chi pensa che attraverso alcuni atteggiamenti possa contaminare negativamente il nostro mondo, una risposta molto netta». 
Quali saranno le prossime mosse?
«Ho chiesto al Ministero dell’Interno un incontro per definire alcune situazioni una volta per tutte».
Ad esempio?
«Se qualcosa accade a chilometri di distanza dallo stadio non può essere responsabile la Federazione. Bisogna trovare un punto d’incontro che rispetti il normale svolgimento della competizione, la dignità dell’uomo e la tutela dell’ordine pubblico. Non è una cosa semplice ma bisogna farlo per il bene del nostro mondo. Così non si può andare avanti». 
Un altro grande tema è quello della responsabilità oggettiva che tiene in scacco le società di calcio
«Certo e anche su questo stiamo lavorando. I tifosi non possono tenere in ostaggio i club con i loro comportamenti. Quando si chiude una curva alla fine pagano i tifosi che non c’entrano nulla e le stesse squadre di calcio».
A proposito è vero che c’è l’idea di creare delle Fan Zone dove raccogliere i tifosi?
«Sì, è una idea interna che si sta valutando in queste ore. Sono delle aree sulla falsa riga di quelle che ci sono durante le gare europee. Viene delineata una zona che è sotto la nostra gestione per le ore precedenti e successive alla partita e tutto quello che accade in quel punto è sotto la nostra responsabilità. Lì potrebbero sorgere chioschi per il merchandising ufficiale, per gli sponsor e così si eliminerebbero anche tutti quelli che guadagnano intorno all’evento ma facendo solo gli interessi personali. E’ un progetto e ci vorrà del tempo per poterlo attuare». 
La vigilia dell’ultima giornata di campionato è stata caratterizzata da troppe polemiche...
«Dobbiamo tenere tutti toni più bassi. Ci sono dichiarazioni inopportune: ho fatto le mie verifiche, l’arbitro ieri ha preso tutte le decisioni giuste. Non gli si può fare alcun tipo di rimprovero. Ma alcune dichiarazioni dei giorni precedenti avevano provocato un clima poco piacevole».
Diciamo pure avvelenato.
«Non sono uno psicologo, ma che alcuni giocatori fossero super nervosi era di tutta evidenza a San Siro. Al mio mondo che spesso gioca con le parole dico di farla finita subito, basta veleni. Non saranno più tollerati. E’ il momento di incidere».
E ieri ci si sono messi pure il capo degli arbitri Nicchi e il procuratore Pecoraro
«Tutti devono capire una volta per tutte che esiste una sola figura che ha la responsabilità della Figc ed è il presidente federale. Non accetterò più dichiarazioni di ogni genere da parte di chi tutela un interesse di parte legato al proprio orticello».
 
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