Test di medicina a Napoli, l'inchiesta: «Soldi per l’algoritmo d’oro che svela le risposte»

(Foto Ansa)
di Leandro Del Gaudio
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Sabato 23 Settembre 2017, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 24 Settembre, 16:31
NAPOLI - Soldi in cambio della risposta giusta, quella che ti apre le porte alla facoltà di medicina, che ti consente di entrare nel “numero chiuso” più ambito dagli studenti italiani. Soldi in cambio dell’algoritmo d’oro, una sequenza numerica che ti porta a sbarrare le caselle esatte, con la certezza matematica di poter frequentare il corso di studi di aspirante medico. È l’ipotesi battuta in queste ore dalla Procura di Napoli, che ha deciso di aprire un’inchiesta sui test di medicina tenuti a Napoli il 5 settembre.

Oltre 6.400 aspiranti medici in Campania, la pista è quella delle mazzette. Corruzione il reato ipotizzato, in un fascicolo culminato in una serie di perquisizioni e sequestri messi a segno dalla polizia giudiziaria. Al momento risultano indagati un’impiegata della Federico II e il marito: la donna si chiama Tiziana Bellardino, lavora come assistente ad una delle biblioteche cittadine e vanta riconoscimenti umani e professionali da parte di colleghi e superiori. Nel giorno del test, Tiziana Bellardino svolgeva il ruolo di sorvegliante alle prove, una sorta di vigilanza interna, assieme ad altri colleghi. Coinvolto anche il marito Ciro Palumbo, ex impiegato della Federico II. Entrambi sono stati perquisiti nel giorno della prova, a caccia di conferme decisive a far decollare l’inchiesta. Doverosa a questo punto una premessa: si tratta di verifiche che vanno considerate come un mezzo di ricerca di una prova e non come sentenze di colpevolezza.

Scenario complesso, sotto inchiesta finiscono anche due esponenti delle forze dell’ordine, in quanto genitori di due candidati presenti il 5 settembre tra i banchi riservati agli aspiranti medici. Inchiesta coordinata dal pm Ida Frongillo, magistrato in forza al pool reati contro la pubblica amministrazione, lo sprint delle indagini non è passato inosservato: nel giorno più atteso, quello del test, è stato necessario avvisare i presidenti delle commissioni per dare inizio ad una serie di perquisizioni. Ed è proprio nel corso di queste attività che è emerso un riscontro degno di attenzione: nella disponibilità di uno dei candidati è stato rinvenuto un algoritmo, un dato finito all’interno del fascicolo di indagine.

GLI ELEMENTI
Tecnicamente si tratta di un elemento neutro, anche perché bisogna verificare se la sequenza numerica rinvenuta corrisponda o meno alle soluzioni corrette del test. L’obiettivo è capire a che titolo il candidato custodiva quei dati. Negli ultimi giorni, inoltre, la Procura ha anche disposto una consulenza su telefonini e computer sequestrati in questi giorni ai due coniugi (ma anche ad altri indagati), per verificare se ci sono state comunicazioni degne di attenzione. Di sicuro, nelle giornate immediatamente precedenti al test di accesso, è stata riscontrata fibrillazione da parte di alcuni soggetti. Conversazioni sensibili, telefonate che hanno reso necessario un intervento a sorpresa da parte della polizia giudiziaria al servizio della Procura. Allusioni ad accordi, riferimenti alla data del 5 settembre, un quadro che ora attende l’analisi del materiale sequestrato. Stando a quanto emerge dagli avvocati degli indagati, dagli accertamenti in corso non potrà che venir fuori l’inconsistenza dell’accusa di corruzione. Difesa dal penalista Alfonso Furgiuele, Tiziana Bellardino si dice convinta di poter dimostrare la correttezza della propria condotta e la sua completa estraneità alle ipotesi di accusa; stessa determinazione nella difesa di Palumbo, rappresentata dal penalista Valerio De Martino.
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