Susan Sarandon si confessa: «Io, madre nevrotica»

Susan Sarandon si confessa: «Io, madre nevrotica»
di Gloria Satta
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Martedì 7 Giugno 2016, 00:43 - Ultimo aggiornamento: 10 Giugno, 10:41
Compirà 70 anni il 4 ottobre, ma non ha rinunciato al suo sex appeal. Susan Sarandon, due figli, un Oscar e una carriera cinematografica “di culto”, nell’ultima uscita pubblica a Cannes ha monopolizzato l’attenzione con i suoi décolletée esplosivi, gli spacchi, gli abiti aderentissimi che mettevano in risalto la sua silhouette non intaccata dal tempo. Carismatica, divertita, felicemente sfrontata. «Perché io valgo», è il suo slogan più che mai pertitente visto che è stata scelta come testimonial da L’Oréal. «Le donne», spiega con un grande sorriso, «hanno diritto di sentirsi belle a tutte le età, non solo a 20 anni».
L’attrice americana ha appena festeggiato, con la collega Geena Davis, i 25 anni del film di Ridley Scott Thelma & Louise, portabandiera del cinema femminista. Parla senza complessi di cinema, politica e annuncia i suoi progetti. Tra poche settimane comincerà a Los Angeles le riprese del nuovo film di Xavier Dolan, il regista 27enne appena premiato a Cannes con il Grand Prix: The Death and Life of John F. Donovan, nel cast anche Jessica Chastain, Nicholas Hoult, Kit Harington. Ma prima, il 12 giugno, Susan sarà l’ospite d’onore al 62mo Taormina Film Festival diretto da Tiziana Rocca e in programma fino al 18: si tratta di un ritorno alla rassegna dov’era stata l’anno scorso e di un omaggio alle origini siciliane della madre.

ALCOLIZZATA
Al centro del film di Dolan, 27 anni, è una star della tv americana che, a causa della bizzarra amicizia con un ragazzino di 11 anni, vedrà la propria carriera sgretolarsi. «E io», spiega Susan, «interpreto la mamma alcolizzata del protagonista. C’è sempre una madre nevrotica nel cinema di Xavier... Per me è un privilegio ispirare la nuova generazione dei registi. Sono appassionati e combattivi, lottano per trovare i finanziamenti, imporre gli attori che scelgono e riservarsi il final cut, la decisione finale al montaggio. Aiutarli mi fa sentire sempre giovane».
La celebrazione del venticinquennale di Thelma & Louise ha riacceso il dibattito sul ruolo della donna nel cinema, sulla disparità salariale e le opportunità di genere. Tema più che mai “hot”, e non solo a Hollywood. «Mentre giravamo quel film», racconta Sarandon, non ci rendevamo conto di dare vita a un manifesto femminista. Ci divertivamo tanto... Ma poi, quando ebbe un successo travolgente, tutti erano pronti a scommettere che avrebbe aperto una nuova era e le protagoniste femminili si sarebbero moltiplicate. Non è successo. Oggi, un quarto di secolo dopo, parliamo ancora delle stesse cose, lamentandoci perché le donne hanno meno opportunità e paghe inferiori a quelle dei maschi».
Susan, che ha lavorato con i più grandi registi, da Robert Altman a Sydney Lumet, Louis Malle, Ridley Scott, Paul Haggis (l’Oscar lo vinse nel 1996 per il ruolo della suora che assiste il condannato Sean Penn in Dead Man Walking), ricorda di essersi sempre battuta per sostenere i diritti delle donne. «Dico quello che penso, a costo di venire considerata una rompiscatole o una pericolosa attivista. E questa mia franchezza, in certi casi, mi ha danneggiata. Dopo essermi schierata contro la guerra in Iraq sono stata scartata da alcuni film. Pazienza, non rinuncerò mai alla libertà di espressione».

PRESIDENZIALI
E in nome di questa libertà, l’ex protagonista di Rocky Horror Picture Show e di Atlantic City non fa mistero delle sue idee sulle presidenziali americane. «Trump», spiega, «parla a ruota libera e ridicolizza il nostro Paese. Ma si può pensare che possa davvero costruire un muro tra Messico e Usa e cacciare tutti i musulmani? Purtroppo legittima il razzismo e l’omofobia, e questo è terribile».
Ma inutile aspettarsi che l’attrice appoggi Hillary Clinton nella corsa alla Casa Bianca: sempre rimanendo in ambito democratico, fa il tifo per Bernie Sanders. «In America le donne, soprattutto quelle della mia età, subiscono pressioni perché sostengano la Clinton», spiega. «Ma secondo me è ancora più pericolosa di Trump a causa della sua politica interventista». Come sempre controcorrente: «L’età mi ha insegnato ad essere fedele a me stessa».
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