Statali, spuntano 3 miliardi per il rinnovo dei contratti

Statali, spuntano 3 miliardi per il rinnovo dei contratti
di Andrea Bassi
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Mercoledì 24 Ottobre 2018, 00:27 - Ultimo aggiornamento: 11:45

Il tavolo per il rinnovo dei contratti pubblici potrà partire. Il governo nella manovra stanzierà, per il prossimo triennio, 3 miliardi e 250 milioni di euro per gli aumenti contrattuali dei dipendenti pubblici. Una somma analoga, a carico dei rispettivi bilanci, la dovranno poi trovare anche Comuni e Regioni per incrementare le buste paga dei propri lavoratori. La notizia era nell’aria. L’aveva anticipata due giorni fa al Messaggero, il ministro della Funzione pubblica Giulia Bongiorno. 
 



I TEMPI
Entro la fine di questa settimana partiranno gli inviti ai sindacati a Palazzo Vidoni. Il ministro dovrebbe incontrare le sigle prima della fine del mese. Una volta approvata la legge di Stabilità il negoziato potrà partire. Nelle more gli statali riceveranno una «indennità di vacanza contrattuale». La manovra ha già stabilito la cifra: sarà dello 0,42% della retribuzione a partire da aprile del prossimo anno e salirà allo 0,70 per cento dal mese di luglio. Il testo del provvedimento che nelle prossime ore dovrebbe essere trasmesso in Parlamento, prevede anche un’altra importante notizia per i dipendenti pubblici. Sarà rifinanziato il cosiddetto «elemento perequativo», il mini-bonus da circa 20 euro al mese che con il precedente contratto, quello firmato a febbraio alla vigilia delle elezioni, era stato destinato ai dipendenti con i redditi più bassi per compensare il parziale venir meno del credito d’imposta degli “80 euro”. Il bonus sarà versato fino a quando non sarà firmato il nuovo accordo che dovrà «riassorbire» l’elemento perequativo. 

GLI SCATTI
Nella stessa norma che stanzia le risorse per il rinnovo del contratto degli statali, c’è anche uno stanziamento aggiuntivo di 210 milioni di euro per i fondi del trattamento accessorio per le forze di polizia e i vigili del fuoco. Ci sono poi risorse aggiuntive per le assunzioni nel pubblico impiego (131 milioni nel 2019, 292 milioni nel 2020 e 384 milioni nel 2021), destinate prioritariamente al reclutamento di personale con professionalità specialistiche per i progetti di digitalizzazione, razionalizzazione e semplificazione delle procedure, miglioramento della qualità dei servizi pubblici e per la gestione dei fondi di investimento. 

IL COLLEGATO
Collegato alla manovra di bilancio, poi, marcerà anche il «disegno di legge concretezza», che al suo interno prevede lo sblocco del turn over. Il testo, esaminato ieri nel preconsiglio dei ministri, utilizza il criterio della spesa. Significa che il prossimo anno le pubbliche amministrazioni potranno fare assunzioni pari al 100% del costo dei dipendenti che sono andati in pensione. Questo significa che il rapporto non sarà di un assunto ogni pensionato, ma di più assunti per ogni pensionato. Il motivo è semplice: un dipendente a fine carriera guadagna molto di più di un neo assunto. Usando il criterio della spesa invece di quello delle teste, gli ingressi saranno superiori alle uscite. 

Il disegno di legge, inoltre, introduce una serie di novità per accelerare le assunzioni.
Le amministrazioni potranno usare corsie preferenziali, sia nei concorsi che attingendo alle graduatorie già esistenti, fino all’80% delle loro “facoltà assunzionali”, ossia al fabbisogno di personale che hanno indicato. Il ministero della Funzione pubblica, invece, si occuperà di organizzare dei “concorsoni”, ossia delle procedure uniche con criteri omogenei per reclutare il personale necessario alle amministrazioni. 

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