Statali, ​Bongiorno: inefficienza sia punita come i piccoli reati

Statali, Bongiorno: «Inefficienza sia punita come i piccoli reati»
di Simone Canettieri
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Venerdì 23 Novembre 2018, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 21:34
Per me, l’inefficienza e l’inerzia nella pubblica amministrazione dovrebbero essere trattate come piccoli reati: non vanno tollerate, vanno sanzionate».

Cosa significa, ministro Giulia Bongiorno?
«Ci sarà una struttura ad hoc che le valuterà e se non giustificate stabilirà delle sanzioni. Interverremo entro dicembre in consiglio dei ministri con una maxi-legge delega».

E come funzionerà: con l’ennesimo ufficio reclami?
«No, sarà una commissione composta da tecnici di altro profilo ed esperti di diritto amministrativo che avrà poteri di intervenire e irrogare sanzioni ad esempio contro chi dilata a dismisura i tempi in cui deve dare un riscontro al cittadino, disapplica le leggi vigenti, inventa oneri amministrativi».

C’erano una volta i fannulloni.
«Preferisco dire che accanto alle eccellenze nella Pa ci sono dipendenti che non fanno il proprio dovere con solerzia così come ci sono gli imboscati».

Anche per loro ha una ricetta?
«Sì, purtroppo frequentemente le liste di mobilità dei dipendenti in esubero vengono usate in modo distorto come fossero scivoli verso il prepensionamento: di fronte ad un ricollocamento si preferisce non rispondere continuando a percepire l’80% dello stipendio. In futuro dopo due chiamate e due rifiuti saranno licenziati».

Funzionerà questa terapia d’urto o l’accuseranno di essere un sergente di ferro?
«Questo già me lo dicono. Con il ddl Concretezza, in Senato, intanto introdurremo le impronte digitali: addio ai furbetti del cartellino. Con i prossimi interventi invece vogliamo sburocratizzare la macchina amministrativa e iniziare a eliminare tutti gli oneri amministrativi inutili».

Il problema della Pa è la motivazione dei dipendenti.
«Per fare entrare i migliori punto sui concorsi unici, poi è importante modificare l’ attuale sistema di valutazione, inadeguato. Introdurremo valutazioni fatte da terzi e dai cittadini. E poi stop ai premi a pioggia».

Lei rappresenta quel ceto medio che rischia di subire i contraccolpi della manovra. Se lo spread dovesse impennarsi e i titoli di Stato entrare in crisi è giusto intervenire sui saldi di bilancio?
«A questo tipo di domanda, infarcita di se, non rispondo. Siamo attenti e responsabili: servono valutazioni giorno per giorno».

La bocciatura della Ue non la preoccupa?
«Serve il dialogo con la Ue, e sono tra i primi a spingere in questa direzione».

Sabato Conte andrà da Juncker: cosa gli dirà?
«Cercherà un dialogo, illustrandogli le riforme che abbiamo in cantiere per far ripartire il paese. a partire dalla pubblica amministrazione».

Per evitare lo scontro frontale si potrebbero ritoccare il reddito di cittadinanza e la riforma della Fornero o sono un tabù?
«Non è questione di tabù: ci sono accordi tra Lega e M5S che vanno rispettati».

Lo spread alle stelle però può minare la stabilità del Paese ne è consapevole?
«Ovvio che mi preoccupa lo spread, ma siamo consapevoli che la nostra economia è solida, comunque io sono per il dialogo. E il premier sarà convincente».

Come lo è stata lei con il suo collega Bonafede sulla sospensione della prescrizione? Lei l’ha definita una bomba atomica.
«Scrivere le norme non è come compilare la schedina del Totocalcio. Questo governo ha dimostrato che pur partendo da una diversità di vedute iniziali alla fine trova una sintesi».

Ma la riforma del processo penale non è scritto nero su bianco che entrerà in vigore con lo stop alla prescrizione: si fida?
«Martedì il ministro Bonafede mi ha mandato un messaggio».

Cosa le ha scritto?
«Ti va di vederci tra 15 giorni che ho delle idee sul processo penale? È l’inizio di un percorso: c’è un accordo politico alla base».

E la bomba atomica?
«La prescrizione è una bomba atomica in un processo malato. Se si riesce a creare un sistema con tempi certi, quella norma ha una sua logica». 

Ma i 5 Stelle non hanno un approccio troppo giustizialista?
«Sia loro che noi vogliamo la certezza della pena e siamo lontani dal perdonismo e dai colpi di spugna che hanno caratterizzato molte leggi del Pd. Per me la priorità è la riduzione dei tempi processuali senza eliminare garanzie».

Lei è stata molto critica con la sindaca Raggi: conferma tutto?
«Ho detto che Roma ha bisogno di una scossa, che persino il centro storico rischia di diventare una periferia e che non devono esistere zone franche. Sono contenta della sua assoluzione e spero che il bel colpo sui Casamonica la spinga a correre. Io farò la mia parte in tema di personale».

Ora diranno che si vuole candidare a sindaco.
«Posso giurarglielo come si fa in tribunale: non ci penso proprio, ma amo Roma».

Le manca lo studio di avvocato?
«Quando si fa la libera professione tutti danno il massimo perché sono sul mercato ogni giorno, nel pubblico no».

E le arringhe?
«Per quelle mi alleno con Bonafede...». (ride)

Domenica è il giorno contro la violenza sulle donne.
«Con Michelle Hunziker da anni portiamo avanti una battaglia bipartisan: presto in consiglio dei ministri ci sarà la legge sul codice rosso per garantire subito alle donne vittima di violenza l’ aiuto dei magistrati e su questo il tandem con Bonafede ha funzionato benissimo».
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