Roma, dai boschi di Varese a piazza Venezia: ecco l'anti-Spelacchio

Chiamiamolo Speraggio/L'anti-Spelacchio dai boschi di Varese
di Lorenzo De Cicco
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Giovedì 29 Novembre 2018, 00:29 - Ultimo aggiornamento: 30 Novembre, 10:45

dal nostro inviato 
CITTIGLIO (VA)
Come un mobile dell’Ikea, l’abete nordmanniano di 23 metri a cui la Capitale s’affida per riscattare il Natale spelacchiato del 2017, sarà smontato e rimontato. Pezzo per pezzo, o quasi. Insomma tutti i grandi rami saranno segati e poi incollati una volta piazzato l’alberone che viene dal Varesotto nella sua scenografica, definitiva sede, l’aiuola difronte all’Altare della Patria, abbellito di 60mila luci e 500 palle. Così, dicono gli esperti che ne stanno curando il taglio e il trasporto nel vivaio di Cittiglio, piccolo comune alle pendici del Sasso del Ferro, catena prealpina, non si perderanno i preziosissimi aghi, decimati l’anno passato proprio durante il trasbordo dalla foresta - in quel caso della Val di Fiemme, in Trentino - al Raccordo anulare.

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E come è andata a finire l’hanno visto tutti. Quest’anno non possono esserci disastrosi inghippi. L’effetto posticcio per via dei rami tranciati e riagganciati, viene assicurato, non si noterà affatto, anzi. Si farà tutto per bene e soprattutto in grande stile, promettono dal Campidoglio di Virginia Raggi. Perché l’erede di Spelacchio dovrà anche un po’ simboleggiare, paganamente, la “fase 2” annunciata dalla sindaca, il rilancio dell’Urbe, insomma il cambio di passo della giunta grillina. Un riscatto natalizio, dopo gli sberleffi delle feste passate, ma non solo. Tanto che potrebbe già esserci un nome: Speraggio.
 
 


«NON POSSIAMO SBAGLIARE»
Eccolo allora, l’anti Spelacchio. Anzi no, Spelacchio 2 il ritorno, il brutto anatroccolo che diventa cigno. «Sono tornato e sono uno spettacolo, ci si vede l’8 dicembre in piazza Venezia, a Roma. Vi sono mancato?», ammicca la locandina (twittata da Raggi, «Spelacchio is back») sfornata ieri da Netflix, il colosso americano dello streaming che ha generosamente deciso di sponsorizzare tutta l’operazione, mettendo sul piatto la bellezza di 376mila euro (dieci volte tanto rispetto a quanto tirò fuori il Comune nel 2017). E come la seconda stagione di una serie tv, i dettagli su Spelacchio 2 sono rimasti segreti fino all’ultimo.

Anche il luogo dove è stata scelta la pianta, dopo serratissime ricerche, è stato tenuto nascosto per settimane. Ma eccolo lì, a Cittiglio, appunto, un grumo di casette basse e villini nella Valle del Verbano, sulle sponde del lago Maggiore, eccolo svettare sopra gli abeti rossi tutt’intorno. Gli operai del vivaio Spertini lo toccano come chirurghi. «Eh, non possiamo mica sbagliare». Supervisionano tutto gli emissari della IGP Decaux, multinazionale specializzata in grandi allestimenti, che l’anno scorso ha organizzato con successo il Natale di Milano, lo sponsor era Sky. E ora conta di fare il bis davanti al Vittoriano, dopo essersi aggiudicata la commessa dal Comune di Roma.


COLPO D’ACCETTA
Operai e giardinieri, si diceva, hanno iniziato a lavorare di cesoia già da ieri, ma il colpo d’accetta alla base dell’erede di Spelacchio sarà assestato oggi. Domani l’albero verrà caricato su un camion con una gru (i rami finiranno a bordo di un altro mezzo ancora) e viaggerà alla volta di Roma. Il tragitto durerà due giorni buoni, del resto ci vuole cautela, e l’arrivo a piazza Venezia è previsto alle 2 di notte del 3 dicembre. Poi l’albero verrà sistemato, assemblato e agghindato a dovere. Per scintillare dall’Immacolata in poi, fino alla Befana.

L’operazione Spelacchio è talmente segreta che neanche il sindaco era stato informato. E in paese, a Cittiglio, 3.885 anime, pochissimi ne sanno qualcosa, giusto chi conosce i gestori del vivaio. «Ma è bello sapere di dare una mano alla Capitale, per come è ridotta...», si diceva per esempio, ieri mattina, ai tavolini del bar di via Valcuvia, nel cuore del comune. «Pensi che noi quest’anno l’albero di Natale neppure lo faremo, solo luminarie. Ma siamo ben contenti di darlo alla Capitale, quello spelacchiato dell’anno scorso francamente non si poteva vedere, o no?...», ridacchia Fabrizio Anzani, sindaco di Cittiglio, appena saputo del taglio imminente.

L’eco del triste Spelacchio era arrivata pure qui al Nord. «Ma certo, ne parlavano tutti - continua il sindaco - l’anno scorso, la mia collega Raggi si è beccata un filotto di critiche... Povero Spelacchio, certo era ridotto male. Chissà cosa gli è capitato. Ma vedrete, quest’anno le cose andranno meglio. Questo sarà un albero forte. E noi siamo onorati che dai nostri boschi venga a rappresentare il Natale nella Capitale d’Italia. Ci farà anche un po’ di pubblicità, che non guasta. Conosco il vivaio da cui viene, per anni ci ha portato l’albero, qui in paese». E niente spelacchi varesini? «Ma no, tutti belli, forti, qui da noi, garantisco io».

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