Smog a Roma, è beffa: con i blocchi auto aumentano le polveri sottili. E i vigili girano a diesel

La coltre di smog su Roma
di Lorenzo De Cicco
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Giovedì 16 Gennaio 2020, 00:23 - Ultimo aggiornamento: 16:37

Perfino nei corridoi del Campidoglio ormai lo ammettono: «Non servono a molto questi blocchi, ma siamo obbligati per legge». In realtà, come sostengono alcuni esperti, a partire dal Cnr, qualche margine discrezionale per i sindaci c'è, almeno sulla categoria delle auto da mettere al bando. Ma sono soprattutto i numeri a certificare l'ennesima beffa Capitale, stavolta in versione smog: nonostante da due giorni siano ferme quasi 700mila auto diesel, addirittura quelle fresche d'immatricolazione, le Euro 6, gli sforamenti del limite delle polveri sottili aumentano, anziché diminuire. 

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Ecco i dati: stando agli ultimi rilevamenti pubblicati dall'Arpa Lazio, che fanno riferimento alla giornata di martedì, a Roma in 9 centraline su 13 i valori di Pm10 nell'aria avevano scavallato i livelli di legge. Una centralina in più rispetto al precedente report, che riguardava la giornata di lunedì, quando il maxi-divieto firmato dalla sindaca Virginia Raggi non era in vigore.

LO STOP
Il blocco di tutte le auto diesel dell'Urbe (e di quelle a benzina fino a Euro 2, già tagliate fuori da buona parte della città) è scattato martedì mattina. Perfettamente inutile per abbassare i livelli d'inquinamento, a quanto pare, che continuano a galoppare oltre il tetto imposto anche dall'Ue. Gli sforamenti sono stati registrati dalla Tiburtina all'Eur. In Campidoglio, come raccontato ieri dal Messaggero, ha preso a circolare un'idea: prolungare i divieti ancora. Altro blocco domani e sabato, mentre domenica è già in programma da tempo la giornata ecologica, quando si fermeranno quasi tutte le auto salvo poche eccezioni, come le macchine elettriche.

Insomma, il calvario di tanti automobilisti, costretti a restare con le chiavi in tasca e ad affidarsi ai malconci mezzi pubblici, potrebbe trascinarsi fino a lunedì.

LE AUTO DEI VIGILI
Altro paradosso: il grosso dei bus di Roma - oltre il 60% - è alimentato a diesel e lo stesso discorso vale per le auto dei vigili urbani, quelli che in questi giorni si stanno occupando dei controlli e di staccare le (pochissime) multe contro gli automobilisti che non rispettano l'interdizione. La Municipale a maggio ha fatto entrare nei garage 500 auto a noleggio: tutte diesel. Perfino il pulmino per la banda musicale del Corpo sarà a gasolio. 

I DANNI
Il blocco naturalmente fa discutere. E gonfia le polemiche. I consumatori minacciano diffide contro il Comune, mentre si è fatta sentire anche l'Aniasa, l'associazione che all'interno di Confindustria rappresenta il settore dei servizi di mobilità: «Lo stop di tre giorni alla circolazione sulle strade di Roma di tutti i veicoli diesel è l'ennesimo, miope atto con cui un'amministrazione locale decide di danneggiare automobilisti e aziende che scelgono di usare veicoli Euro 6, di ultima generazione con emissioni prossime allo zero. Un atto di pura ideologia, privo di sostegno scientifico». 
 

Infuriati anche i commercianti. «Lo stop di questi giorni blocca la Capitale e i consumi e si traduce in un danno economico per le piccole e medie imprese romane. Altro che polveri sottilila Raggi ha bruciato milioni di euro», attacca Claudio Pica, presidente della Fiepet-Confesercenti.

E il governo? Il ministro dell'Ambiente Sergio Costa - che la prossima settimana dovrebbe andare a Milano per l'emergenza che anche vive anche il capoluogo lombardo - è intervenuto sugli effetti dell'inquinamento commentando la stima dei morti in Italia ogni anno: «Anche un morto è pazzesco, ma 80-90 mila è agghiacciante». Costa ha poi ricordato che il nostro Paese «è sottoposto a due misure d'infrazione Ue che pesano sulle tasche degli italiani» e che sul tema «la competenza è delle Regioni ma c'è un ruolo del ministero». Per il ministro della Salute, Roberto Speranza, servirebbe una programmazione di lungo periodo, con investimenti in particolare sull'economia verde.

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