Silvio Berlusconi: «Noi voteremo a favore del fondo salva-Stati»

Silvio Berlusconi
di Mario Ajello
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Lunedì 8 Giugno 2020, 01:10 - Ultimo aggiornamento: 12:03

Presidente Silvio Berlusconi, Conte dice “non temo di cadere”. Durerà?
«Sinceramente se io fossi al posto del Presidente Conte non mi preoccuperei di durare, mi preoccuperei di lavorare per far uscire il Paese dalla crisi drammatica in cui sta precipitando. Io credo che uno dei difetti peggiori nella politica italiana sia proprio il fatto di essere ripiegata su sé stessa. Crede che agli italiani interessi il futuro del governo delle quattro sinistre o piuttosto il futuro del lavoro che rischiano di perdere, delle aziende che potrebbero chiudere, dei ragazzi che vedono vanificato l’anno scolastico e forse anche il loro avvenire? Il governo potrebbe durare, nonostante le sue contraddizioni, perché i partiti che lo sostengono, soprattutto i Cinque Stelle, hanno il terrore del giudizio degli italiani. Li capisco, perché dopo essersi messi alla prova in due governi, gli elettori potranno giudicarli». 

Dove può portare il nuovo dialogo con il Pd: entrata al governo  o appoggio esterno? 
«Non porta da nessuna parte, perché non c’è nessun dialogo con il Pd. C’è una risposta positiva agli appelli del Capo dello Stato e del governatore di Bankitalia, ad unire le forze migliori del paese. Del resto è quello che noi per primi abbiamo chiesto da mesi. Il futuro nelle attuali condizioni è a forte rischio. Occorre un supplemento di responsabilità, e noi abbiamo messo in campo le nostre competenze, la nostra esperienza, le nostre relazioni internazionali per questo scopo e solo per questo. La tattica politica non c’entra nulla, il nostro ruolo è all’opposizione di questo governo e tale rimarrà. Ma questo per chi conosce la mia storia non dovrebbe neppure essere necessario precisarlo».

Quando si voterà  per il Mes voterete con il Pd? 
«Voteremo come sempre nell’interesse dell’Italia, che è la nostra stella polare. In questo caso il nostro interesse, evidentissimo, addirittura ovvio, è quello di portare a casa 37 miliardi per costruire ospedali, rinnovare quelli esistenti, assumere nuovi medici e infermieri, pagare meglio quelli che ci sono, investire nella ricerca, ristrutturare case di riposo e carceri per adeguarle alle esigenze sanitarie, far lavorare per questo molte imprese. Tutto questo con un prestito praticamente a costo zero. Dire di no mi sembra inconcepibile, in un momento nel quale abbiamo un disperano bisogno di liquidità. Mi auguro che il Pd sappia superare il veto dei 5Stelle e il loro antieuropeismo e voti come noi». 

Legge elettorale: proporzionale così non si è vincolati a una coalizione? 
«Verificheremo prima di tutto con i nostri alleati le massime convergenze possibili su un sistema elettorale che deve avere il più ampio consenso, come è giusto quando si definiscono le regole del gioco politico».

Le viene attribuita questa frase: ”Salvini sta aiutando Meloni a superarlo”. E’ così? 
«Perché perdere tempo a smentire cose così palesemente assurde? Io ho un profondo rispetto per i miei alleati, chi mi conosce sa che le malignità non appartengono né al mio stile, né al mio pensiero. Intendo in tutt’altro modo il rapporto fra forze politiche diverse ma leali fra loro».

Il 4 luglio nuova piazza del Centrodestra. Ma non sarebbe meglio evitare? 
«Dell’iniziativa del 4 luglio dobbiamo ancora parlare con i nostri alleati. Ma consentire agli italiani di esprimersi è sempre un esercizio di democrazia».

Salvini non vuole Caldoro candidato in Campania e neanche Fitto in Puglia. Come andrà a finire questa sfida interna?
«Non c’è nessuna sfida. C’è un accordo e noi siamo abituati a rispettare gli accordi. Finora non ho sentito nessun argomento valido per ridiscutere scelte già fatte. Anche perché i candidati di cui lei parla sono i migliori possibili, per competenza e per consenso, nelle loro regioni».
 
La partita di Roma. FdI vuole il candidato sindaco e la lega il candidato governatore. E voi? Siete fuori dal patto?
«Per Roma e il Lazio, come per qualunque altra città e regione italiana, sceglieremo il candidato o la candidata con le maggiori possibilità non solo di vincere, ma di ben governare per i prossimi cinque anni. Ricordo che proprio in questo spirito in passato noi affidammo la guida della Lombardia e del Veneto alla Lega quando aveva il 4%. Nel caso di Roma il futuro sindaco, dopo i disastri della giunta Raggi, primo emblema del fallimento dei grillini, ha davanti a sé un compito da far tremare i polsi. Occorre una figura dal profilo straordinario. Si tratta di ridare dignità, speranza, futuro alla nostra capitale, alla città più bella e più ricca di cultura e di storia nel mondo. I romani se lo meritano».

Al referendum sul taglio dei parlamentari Forza Italia che indicazioni di voto darà: sì o no? 
«Abbiamo votato sì in Parlamento, perché dovremmo cambiare idea al referendum? Questo pur continuando a pensare che si tratti di una riforma che da sola significa poco o nulla. E’ solo una concessione alla demagogia dei grillini, è il loro estremo, quasi disperato tentativo di far credere di essere in grado di rispettare le promesse elettorali. Con il taglio dei parlamentari fatto in questo modo si riducono gli spazi di democrazia senza guadagnare in efficienza. La nostra maggioranza aveva tagliato davvero il numero dei parlamentari, fin dal 2006, ma nel quadro di una riforma organica della Costituzione. Poi la sinistra bloccò tutto con un referendum ideologico contro di noi. Senza di questo, il taglio dei parlamentari sarebbe realtà già da 15 anni». 

Dica la verità: sogna il Quirinale? 
«Al Quirinale siede il Presidente Mattarella, e lo fa con grande autorevolezza, equilibrio e responsabilità istituzionale. Direi che sono più che soddisfatto così. Del resto, mi creda, di solito sogno tutt’altro. Almeno nei sogni la politica cerco di non farla entrare».
 

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