Il ritorno militante di Francesca Pascale nel teatro dove Silvio conobbe Veronica

Il ritorno militante di Francesca Pascale nel teatro dove Silvio conobbe Veronica
di Mario Ajello
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Lunedì 26 Febbraio 2018, 00:06 - Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 12:37

MILANO Al teatro Manzoni, Silvio conobbe Veronica. La Lario recitava, con la compagnia di Enrico Maria Salerno, la commedia “Il magnifico cornuto”. Berlusconi, che ancora non la conosceva, ogni sera andava a vedere lo spettacolo e poi mandava alla bella attrice un enorme mazzo di fiori. Firmandosi: «Un suo ammiratore». Una volta il Cavaliere si presentò nel camerino e tutto cominciò così.
Ieri in teatro c’era la Pascale - tornata pubblicamente al fianco di Berlusconi - ma se fosse salita sul palco sarebbe stata una scelta inelegante. E non gradita anzitutto a Francesca. La quale, dicono in prima fila al Manzoni dove siede tra Paolo Romani e Valentino Valentini e ci sono poco più in là Galliani, la Ronzulli, la Gelmini, la Ravetto, «è una che sa stare al suo posto, e sa comportarsi bene. Anche per questo Marina, la vera padrona di Silvio, la apprezza». 
Eccola insomma Francesca, con il suo elegante vestito rosa, da sciura di via Montenapoleone, che è qui fuori. Applaude spesso le parole di Silvio, specialmente quando parla dei giovani che non hanno lavoro. Sorride a lui e a tutti. Ma non si concede alla folla, che la sommergerebbe di affetto.

IL GENERE
E’ First Lady la Pascale, ma non del genere ornamentale. Ha messo bocca, e promosso amiche nella lista di Forza Italia. Per esempio la siciliana Vanessa Sgarito, in un buon secondo posto nel proporzionale in Campania 2. E ancora: sempre più spesso il Cavaliere è a casa di Francesca, anche quando si è dovuto fermare per troppo stress da campagna elettorale. E a Villa Giambelli, la residenza che Silvio le ha regalato a Rogoredo, i due invitano coppie di amici e la Pascale, assicurano alcuni di loro, «è perfetta padrona di casa. Si comporta come una donna che mostra più dei suoi 32 anni». Lui ieri dal palco l’ha citata più volte. «Ho rubato l’altra notte a Francesca la carta da lettere, che poi un vero furto non è visto che l’ho pagata io. E sulla sua carta, ho scritto la missiva agli astensionisti, per dire loro di andare a votare». La Pascale non fa una piega, quando Silvio racconta che «non bisogna andare ai giardinetti soltanto a insidiare le baby sitter che portano i bambini a giocare, ma anche a raccogliere voti». 

Ancora lei nelle parole lui: «Non abbiamo solo Dudù, ma dieci cani. I trovatelli sono quelli più affettuosi. Ne abbiamo preso uno al canile di Olbia, ed è un amore”. Francesca annuisce, anche quando il suo Silvio incalza: “Faremo un Codice di difesa per gli animali, anche per le galline. Pensate che a volte le fanno vivere nelle scatole delle scarpe”. 
A un certo punto il leader sventola la nuova brochure elettorale, intitolata “Ancora in campo per l’Italia”. Nella quale egli si racconta così: “A volte mi sento come don Diego de la Vega. Il quale poteva vivere la sua vita agiata e invece si è messo la maschera di Zorro per proteggere il suo popolo dall’oppressione”. In quel film c’è anche Lolita Pulido, la nobildonna che che non ama Diego ma ama Zorro. La Pascale invece mostra di adorare sia Silvio sia il Cavaliere.
 

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