Sequestrati i beni italiani di Rotenberg, l’oligarca vicino a Putin

Sequestrati i beni italiani di Rotenberg, l’oligarca vicino a Putin
di Valentina Errante
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Martedì 23 Settembre 2014, 01:16 - Ultimo aggiornamento: 24 Settembre, 01:53
E’ il numero cinque nella black list dell’Unione europea, il magnate che per le Olimpiadi di Sochi ha firmato ventuno contratti per 6 miliardi e 900 milioni di dollari dai fondi olimpici. Arkadi Rotenberg, classe ’51, è un fedelissimo di Vladimir Putin, un uomo del comando.



Gli Usa hanno fatto più in fretta, ma adesso anche in Italia le sanzioni per il coinvolgimento della Russia nella crisi ucraina si trasformano in provvedimenti. Il sequestro da 30 milioni di euro, eseguito ieri, porta la firma del generale Giuseppe Bottillo, numero uno del nucleo speciale di polizia Valutaria. Beni congelati, in base al regolamento pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea lo scorso 14 marzo, che prevede misure restrittive contro le azioni che «compromettono o minacciano l'integrità territoriale, la sovranità e l'indipendenza dell'Ucraina».



Un albergo nel cuore di Roma, tra via Veneto e Villa Borghese, quote societarie e ville da sogno in Sardegna. E’ lunga la lista dei beni che ieri i militari del nucleo di polizia valutaria hanno congelato. Adesso non sono più nella disponibilità dei proprietari, ossia di Arkadi Rotenberg. Un provvedimento analogo aveva già colpito il patrimonio di Oleksiy Azarov, figlio dell’ex primo ministro ucraino Mykola, dimissionario dopo l’ondata di violenze dello scorso gennaio. Oleksiy era titolare di una società con sede a Milano, di una villa nel golfo della Marinella a Olbia, altri immobili in Sardegna, oltre a conti correnti bancari e azioni societarie.



I BENI

In cima alla lista dei beni sequestrati a Rotenberg c’è il Berg luxury hotel, albergo di superlusso a due passi da via Veneto, 31 camere che partono da un minimo di 350 euro a notte. L’albergo di via Aurora è controllato dal magnate russo al 50 per cento, attraverso la società «Olpon Investments limited» con sede a Cipro e domicilio fiscale a Cagliari. L’Aurora 31, oltre a gestire l’hotel, si occupa di compravendita e realizzazione di immobili. E nell’elenco dei beni rientrano anche un appartamento a Cagliari, una villa a Villasimius, una villa a Tarquinia e due a Porto Cervo.



IL PROVVEDIMENTO

Le risorse economiche finite nell’elenco del nucleo di polizia valutaria, ai sensi del regolamento 269 del 2014, adottato dall’Unione europea, saranno congelate con data retroattiva a partire dal 30 luglio. La misura, specifica il provvedimento della Guardia di Finanza, concerne «le misure per prevenire, contrastare e reprimere il finanziamento del terrorismo e l’attività di paesi che minacciano la pace e la sicurezza internazionale».



Adesso i militari stanno eseguendo verifiche «sullo stato di utilizzazione dei beni nonché sull’esistenza di eventuali contratti in corso, anche se non registrati o non trascritti». E altri provvedimenti potrebbero arrivare a breve. Colpendo anche altri soci di Rotenberg.



LE MISURE

Lo scorso aprile, nel corso della riunione a Bruxelles degli ambasciatori dei 28 Paesi membri, era stato trovato l'accordo sul congelamento dei beni e sul blocco dei visti per 15 persone. Erano 48 in tutto i nomi della «lista nera» stilata dall’Europa. Il 12 settembre, però, l’elenco si è allungato ancora e sono stati aggiunti ne sono stati aggiunti altri 24. I documenti sono stati consegnati alla Finanza.



Attualmente nella ”black list” europea non risulta il nome di Boris Rotenberg, fratello di Arkadi, che controlla il 50 per cento della società cipriota Olpon investment limited. Boris è uno dei soggetti colpiti invece dai sequestri negli Usa. Il «congelamento di fondi», comporta «il divieto di spostare, trasferire, alterare, utilizzare o gestire i beni o di accedere ad essi in modo da modificarne il volume, l'importo, la collocazione, la proprietà, il possesso, la natura e la destinazione o di introdurre altri cambiamenti tali da consentire l'uso dei fondi in questione, compresa la gestione di portafoglio».



Nell’elenco, continuamente aggiornato, erano inizialmente stati inclusi solo i nomi di politici, come Sergey Valereyevich Aynov, eletto primo ministro della Crimea lo scorso 27 febbraio alla presenza di uomini armati. Personaggi che avessero avuto un ruolo politico. Poi sono stati aggiunti nomi di oligarchi e magnati russi o vicini a Putin.



LE SANZIONI

Il nuovo pacchetto di sanzioni europee contro la Russia è entrato in vigore venerdì 12 settembre. E sebbene il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, abbia affermato che Commissione e Servizio Esterno dovessero valutare la situazione fare proposte per la revisione delle sanzioni, la macchina è andata avanti. Il provvedimento è stato pubblicato con pesanti reazioni da parte della Russia. Adesso sono in tutto 119 i nomi nella black list. In merito alle banche, il loro elenco era già noto nel giro precedente di sanzioni: Sberbank, Vtb, Veb, Gazprombank e Rosselkhozbank. Le società energetiche sono invece Rosneft (socio di Pirelli e di Saras), Gazprom Neft e Transneft. Una decisione che potrebbe comportare conseguenze anche per gli imprenditori europei che operano attraverso banche russe.



LE REAZIONI

E’ chiaro che il provvedimento di ieri ha un peso politico e susciterà pesanti reazioni, da Mosca già a metà di settembre aveva annunciato ritorsioni nei settori dell’auto e dell’abbigliamento. Ma il timore più grande è per l’energia: Se Usa e Ue insisteranno con le sanzioni in relazione alla crisi ucraina, la Russia dovrà rivedere la presenza delle aziende americane ed europee nei settori strategici», aveva dichiarato Vladimor Putin».
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