Uscire da scuola soli, plebiscito per il sì

Uscire da scuola soli, plebiscito per il sì
di Lorena Loiacono
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Lunedì 19 Marzo 2018, 00:15 - Ultimo aggiornamento: 20 Marzo, 12:51
ROMA Finiti i tempi del “fatti mandare dalla mamma”: gli adolescenti sotto i 14 anni escono da soli, in piena autonomia. Soprattutto da scuola. Oltre il 95%, infatti, tutti i giorni torna a casa da solo. A rivelarlo, certificando un’abitudine evidentemente consolidata, è stata la norma introdotta nel mese di dicembre scorso per gli studenti delle scuole medie: nella legge di Bilancio, si prevedeva infatti la possibilità per i genitori di autorizzare l’uscita autonoma da scuola dei minori di 14 anni. Hanno aderito alla nuova norma oltre il 95% delle famiglie. Vale a dire che la stragrande maggioranza dei ragazzi che frequentano le scuole medie, in Italia, sono considerati autonomi al punto che possono uscire senza essere accompagnati, a piedi o con l’autobus. E questo avviene da Nord a Sud, comprese le grandi metropoli considerate maggiormente a rischio anche per il traffico cittadino. 

SENZA PAURA
Nella scuola media Belli di Roma e nella sede di Col di Lana, ad esempio, hanno aderito all’uscita autonoma tutti i 1100 studenti iscritti. Qualcuno viene comunque preso dai famigliari ma, sulla carta, non è necessario. Stessa adesione, del 100%, nella scuola media di via Bagnera in viale Marconi: possono uscire da soli 800 ragazzi su 800. «Oltre il 90% torna a casa autonomamente – spiega la preside della scuola Dante in zona Prati, Valeria Defina –. Siamo in una zona centrale con molti negozi e attraversamenti pedonali, non è una zona isolata. I ragazzi di seconda e terza media non hanno problemi, quelli di prima hanno bisogno di ambientarsi: fino a gennaio vengono accompagnati, poi acquisiscono la loro indipendenza». Stessa situazione anche nelle periferie, come ad esempio nella scuola media dell’istituto comprensivo di Fidene dove tutti i 277 iscritti escono da soli: «La nostra scuola è il centro del quartiere – assicurano dalla segreteria – vanno tutti via a piedi o si organizzano in gruppi spontanei». Spesso infatti i ragazzini escono da soli da scuola ma poi tornano a casa in gruppi, per farsi compagnia ma anche per far stare un po’ più tranquilli mamma e papà. Altissima adesione anche nella scuola media Cornelia dove, su 980 iscritti, oltre il 95% esce da solo al termine delle lezioni: «Molti prendono anche l’autobus – sottolinea la preside Simona di Matteo – non ha aderito solo chi non ha una perfetta autonomia». Spesso sono i ragazzi diversamente abili ad aver bisogno comunque di essere accompagnati a casa.

Ma non sempre è così: «Abbiamo 420 iscritti e tutti i genitori hanno firmato per farli uscire da soli – spiega da Milano la direzione della scuola Iqbal Masih – anche i disabili e i bambini con bisogni educativi speciali. Abbiamo anche la doppia autorizzazione per i ragazzi che frequentano la scuola il pomeriggio, con corsi extrascolastici: il nostro istituto è aperto tutto il giorno». Oltre il 95% di ragazzini “autonomi” anche nella Ilaria Alpi della periferia sud-ovest di Milano dove i casi isolati, per cui vengono i genitori, sono stati valutati con la famiglia. Stessa situazione anche a Napoli dove alla media Giuseppe Fiorelli la maggior parte dei ragazzi, circa il 95%, va a casa sola così come accade nella scuola di San Giuseppe Vesuviano, la Ammendola De Amicis, dove i genitori hanno aderito in massa: «Altrimenti non sappiamo come fare - spiega una mamma – se i genitori lavorano, chi va a ritirare i figli da scuola?». Nelle grandi città si stanno organizzando anche gruppi di accompagno, come il progetto “Pedibus” già avviato a Roma, dove le cooperative esterne ritirano i ragazzi all’uscita da scuola e li accompagnano a casa in gruppo, facendo un percorso unico. Ma allora, vista la autonomia dei ragazzini italiani, perché il ministero ha ritenuto necessaria un’autorizzazione delle famiglie? Si tratta di una necessità dettata da una sentenza della Corte di Cassazione che, dando ragione al Tribunale di Firenze, ribadiva la responsabilità della scuola e del ministero dell’istruzione per la morte di un bambino di 11 anni, avvenuta nel 2002, investito dall’autobus fuori dall’istituto scolastico. La scuola quindi, senza autorizzazione scritta, è responsabile anche fuori dai cancelli dell’istituto per un ragazzo sotto i 14 anni. 
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