Scuola, docenti demotivati, precari e poco pagati: un’altra bocciatura

Scuola, rapporto Ocse-Pisa: docenti demotivati, precari e poco pagati, un altra bocciatura
di Lorena Loiacono
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Giovedì 5 Dicembre 2019, 00:53 - Ultimo aggiornamento: 08:42

Demotivati con stipendi tra i più bassi d’Europa, precari a vita o quasi, spesso fuori sede e senza un aiuto in classe, dove il sostegno è sempre più carente. I docenti italiani, stando a quanto raccontano i loro studenti, hanno perso l’entusiasmo. Peccato, perché avere un insegnante che ama il suo lavoro, vale oro. Lo dicono le statistiche ma, quotidianamente, lo dicono anche quegli studenti che hanno la fortuna di avere in cattedra docenti che riescono a trasmettere alla classe l’amore per la lettura, la matematica o la scienza. Purtroppo però in Italia l’entusiasmo dei professori è decisamente basso. Anche questo aspetto infatti, oltre ai punteggi ottenuti dai ragazzi nell’apprendimento, è presente nel rapporto Ocse Pisa 2018. E anche su questo fronte, dopo la lettura e le scienze, l’Italia viene bocciata.

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IL QUESTIONARIO
Molti studenti italiani di 15 anni, infatti, alla domanda “nelle ultime due lezioni in classe i docenti ti erano sembrati entusiasti e divertiti dal loro lavoro?” hanno risposto no. Sono stati molto più numerosi rispetto ai 15enni dei Paesi dell’Ocse tanto da scendere sotto la media internazionale. La pagella in questo senso è davvero poco entusiasmante: dei 76 Paesi presi in esame, il primo in cui i ragazzi notano l’entusiasmo dei docenti è l’Albania, seguono Kosovo e Korea. L’Italia si piazza sotto la media Ocse e al 58esimo posto, su 76. Con ancor meno entusiasmo in cattedra, ci sono Lituania, Austria, Germania, Grecia e, in ultima posizione, Polonia e Repubblica Ceca. In Italia l’entusiasmo dei propri docenti è stato riconosciuto dal 74% dei ragazzi ma il valore, che apparentemente può sembrare positivo, è evidentemente basso rispetto agli altri Paesi dove si arriva anche al 90%. 



I PROBLEMI
Quali possono essere i motivi? Il precariato che dura anche 10 anni e oltre, la carenza di docenti di sostegno che porta le classi a vivere senza aiuto nel momento del bisogno e gli stipendi degli insegnanti che si posizionano all’ultimo posto della classifica europea con 28.147 euro lordi di media. Nella top ten ci sono Danimarca con 60.444 euro, la Germania con 55.926 e a seguire Austria, Paesi Bassi, Belgio, Finlandia, Svezia, Regno Unito, Francia e Portogallo con 29.941 euro. Senza contare che il 58% dei docenti ha più di 50 anni, la media Ocse è del 34%. Gli insegnanti sono quindi anagraficamente molto distanti dai 15enni e devono riuscire a farsi capire. 

INNOVAZIONE
Su questo fronte esistono infatti associazioni di docenti, come la Flipnet in prima linea nell’adottare una didattica innovativa, creativa e attiva: «Docenti entusiasti? Non è facile essere soddisfati del proprio lavoro quando manca un riconoscimento sociale – spiega il presidente Maurizio Maglioni - all’inizio di carriera una maestra di ruolo guadagna meno di 1.300 euro al mese. Ed è lo stesso motivo per cui gli uomini non insegnano più, soprattutto nelle scuole primarie. Per essere felici in classe, come in qualsiasi posto di lavoro, è necessario entrare in connessione con le persone con cui ti trovi. Eppure con i ragazzi non funziona, perché bisogna imparare la loro lingua, saperli ascoltare e comprenderne i bisogni: mettiamoci in testa che i ragazzi vogliono imparare, ne hanno bisogno e hanno bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Ma, per riuscire ad entrare in empatia con la classe, gli insegnanti devono essere formati principalmente in comunicazione empatica. Abbiamo messo a punto una proposta di formazione per insegnanti a costo zero. Sappiamo dal Miur che dei 500 euro destinati per ogni insegnante alla formazione se ne spendono solo 35 quindi i soldi già ci sono, a questo punto occorre un incentivo: la possibilità di far carriera, di diventare senior, e formatore degli insegnanti neoassunti». 
 

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