Salvatore Martello: «La politica ha speculato sull’accoglienza, d’ora in poi a Lampedusa cambierà tutto»

Salvatore Martello: «La politica ha speculato sull’accoglienza, d’ora in poi a Lampedusa cambierà tutto»
di Cristiana Mangani
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Mercoledì 14 Giugno 2017, 00:05
«Lampedusa? Sarà sempre l’isola dell’accoglienza. Però con dei distinguo». La nomina ufficiale deve ancora arrivare, ma Salvatore Martello, detto Totò, neo sindaco del lembo di terra ai confini dell’Italia, tiene subito a prendere le distanze da quella che è stata la politica sociale di Giusi Nicolini, ex primo cittadino pluripremiata, che ha portato l’attenzione del mondo sulla sua isola. Volto storico della sinistra Pd, Totò ha già governato per dieci anni, è stato anche assessore ai tempi dei missili di Gheddafi. E ora considera che «va bene i migranti, d’accordo a mantenere gli impegni presi con il governo, ma con chiarezza e risposte precise».

Sindaco, basta con l’accoglienza?
«Basta con questa organizzazione dell’accoglienza, non con l’accoglienza in senso stretto. Così come viene interpretata non mi piace. Deve cambiare tutto».

Che vuol dire? Che Lampedusa si blinderà?
«Allora, sia chiaro. Io sono figlio di pescatore. Ho fatto il pescatore, e chi da sempre ha visto il mare come me, sa quali siano le regole da rispettare, e la principale è soccorrere chi si trova in difficoltà. Questo per dire che noi non ci sottrarremo. Però con il clamore legato agli immigrati, i cittadini sono diventati invisibili e tutti i problemi quotidiani sono passati in secondo piano. Completamente dimenticati. C’è stata troppa speculazione politica sull’accoglienza. Qualcosa deve cambiare».

Da cosa vuole cominciare?
«Le nostre braccia restano aperte, ma vogliamo prima sapere quali sono le regole date. Quindi, quanti immigrati possono arrivare? Il nostro hot spot dovrebbe accoglierne 270-300, e allora perché si può arrivare a 600? E poi, quanto tempo devono restare, e dove? Ma soprattutto, come mai in Sicilia non sbarca più nessuno e li portano direttamente dalla Libia a Lampedusa».

E’ una velata accusa alle Ong?
«Io non accuso nessuno, ma considero quello che vedo e che leggo. Inoltre le persone che vengono portate negli hot spot sono libere o devono stare chiuse, visto che c’è una pattuglia a presidiare, un cancello e tanto di recinzione. Perché poi lo sanno tutti che escono da un buco e vanno a fare il bagno alla spiaggia della Guitcha. In 50-100, o girano in pigiamino per il paese la notte. Ecco, io chiedo di sapere se è normale tutto questo».

C’è chi dice che Giusi Nicolini abbia perso le elezioni proprio per la politica sull’immigrazione. Lei che ne pensa?
«E’ una vera sciocchezza. In questi anni i cittadini di Lampedusa sono venuti a chiedermi come fare per riportare l’attenzione sui nostri problemi: sulle fogne, i rifiuti, le buche nelle strade, il turismo. Niente è stato risolto, ed è questo l’unico prezzo che viene pagato da chi è stato sconfitto. Non aver saputo governare nell’interesse dell’isola».

Chiederà che venga ridotto il numero di immigrati?
«Se non c’è una emergenza non vedo perché si debbano continuare a portare i migranti qui, anziché sulla terra ferma, da Porto Empedocle a Pozzallo o Augusta. Anche se non mi sono ancora insediato, trovo che ci sia veramente molta discrezionalità in tutta questa gestione. E’ il momento di dire basta».
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