Rivoluzione saldi, dal Black Friday non si fermano più: partiti prima di Natale

Rivoluzione saldi, dal Black Friday non si fermano più: partiti prima di Natale
di Valeria Arnaldi
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Giovedì 27 Dicembre 2018, 00:20 - Ultimo aggiornamento: 3 Gennaio, 18:31
quest’anno ha sorpreso gli italiani con l’arrivo dei saldi ben prima della data annunciata per il loro inizio - il 5 gennaio in tutte le regioni, tranne in Basilicata dove si aprono il 2, Valle d’Aosta dove iniziano il 3 e Sicilia dove bisogna attendere il 6 - e ancora prima perfino dell’anticipo che, seppure non consentito, è diventato ormai pratica sempre più diffusa. Ribassi, anche consistenti, si sono registrati già nei giorni prima della festa. 

INVOGLIARE A SPENDERE
Una strategia per invogliare a spendere di più proprio per i doni da mettere sotto l’albero. La modalità è divenuta ormai tradizionale: negozi e griffe hanno contattato i loro clienti abituali tramite sms e mail, invitandoli a recarsi presso i punti vendita per godere dei pre-saldi appunto. 

Un “privilegio” proposto formalmente a pochi, ma di fatto esteso a chiunque entrava negli esercizi nello stesso periodo, informato della novità dai commessi. Una strategia per tentare di fronteggiare il calo dei consumi. «I pre-saldi sono vietati, non andrebbero mai praticati - commenta Roberto Manzoni, presidente Fismo-Confesercenti - ciò nonostante per molti ormai è diventato normale farli. Dal Black Friday in poi non vengono più effettuati controlli, né multe. Le leggi non vanno infrante, semmai vanno fatte battaglie per cambiare le regole, purtroppo c’è chi preferisce adottare scorciatoie per tentare di far quadrare i conti. Oggi chi esce per fare shopping peraltro non cerca di fare un buon acquisto in termini di qualità, ma vuole fare un affare. Lo sconto dona quell’illusione». 

SEGNALI POSITIVI
E così il pre-saldo ha fatto bene al Natale di molti, che si sono concessi qualche regalo in più, e pure alle casse di alcuni. Forse, al trend di acquisto. «Qualche segnale positivo per quanto riguarda il ritorno alle compere nelle botteghe tradizionali si vede - prosegue Manzoni - ma non è ancora quantificabile in termini di fatturato. La spesa media rimane bassa ma segnali di questo cambiamento culturale arrivano da tutte le regioni. Fino a qualche tempo fa le botteghe tradizionali venivano letteralmente snobbate, si preferivano outlet e centri commerciali. Oggi forse si è capito che la globalizzazione stava appiattendo tutto verso il basso e si torna a cercare qualità, servizi, consigli, caratteristiche appunto della piccola rete commerciale». 

Anche i pre-saldi potrebbero aver giocato un ruolo in tal senso. «Non si può escludere ma non dovrebbero essere fatti e non sono la soluzione. Occorrerebbe spostare avanti le date. L’inverno è iniziato pochi giorni fa e già finisce il 2 gennaio in pratica, è assurdo. I saldi dovrebbero essere fatti alla fine dell’inverno». 

MESSAGGI E CARD
Intanto, i messaggini per i pre-saldi continuano a raggiungere potenziali clienti in tutta Italia. C’è chi li lega a una card di sconti. Chi, semplicemente, alla ricezione del messaggio. Chi li attua immediatamente e sposta il ritiro alla data di inizio delle promozioni ufficiali. E rimane il tema dell’e-commerce. «Un alibi - secondo Manzoni - che rappresenta il 6/7% del fatturato. Non è lo shopping on line che sconvolge il fatturato, ma le prospettive che non ci sono». 

La Deloitte Xmas Survey però stima un aumento del 24% rispetto al 2016 nella percentuale di italiani che fa parte delle proprie spese natalizie online. I saldi, secondo, le stime Idealo, premieranno gli acquisti di scarpe e tecnologia. Durante quelli del 2018, a orientarsi verso le compere in rete sono stati uomini nel 62,3% dei casi, donne nel 37,7%. I più attivi sono stati gli under44 con il 57,4% degli utenti totali. Perlopiù le spese sono state fatte da pc/laptop con il 48,8%. Il 41% ha acquistato da smartphone. 
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