Roma Capitale e i fondi per i 150 anni, emendamento beffa: ridotti al lumicino

Roma Capitale e i fondi per i 150 anni, emendamento beffa: ridotti al lumicino
di Lorenzo De Cicco
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Martedì 17 Dicembre 2019, 01:18 - Ultimo aggiornamento: 12:52
Arrivano i primi fondi per celebrare i 150 anni di Roma Capitale, ma sono pochi. Appena 500mila euro. Avrebbero dovuto essere almeno il triplo, così prevedeva un emendamento bipartisan, presentato da senatori del Pd e di Forza Italia nei giorni scorsi. Invece nel maxi-emendamento votato ieri, il budget a disposizione dell’anniversario cruciale nella storia dell’Unità d’Italia, si riduce. È previsto solo mezzo milione di euro, da stanziare nel 2020. Il milione per il 2021 è sparito. Non si parla più neanche del Comitato per i 150 anni, un organismo super-partes, formato da studiosi di alto profilo (e zero politici) di cui invece l’emendamento demo-azzurro prevedeva l’istituzione.

Così si legge nel testo votato ieri: «Al fine di consentire la celebrazione del centocinquantesimo anniversario della proclamazione di Roma Capitale d’Italia, presso il Ministero per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo è istituito un Fondo da destinare alle associazioni presenti sul territorio, con uno stanziamento pari a 500.000 euro per l’anno 2020». La regia dell’operazione quindi sarà affidata al dicastero guidato dal ministro dem Dario Franceschini. Spetterà a lui sfornare il decreto con cui «definire i criteri per l’individuazione dei progetti ammessi al finanziamento e al riparto delle relative risorse».

IL REBUS DEL COMITATO
Il disegno iniziale era diverso. Per i 150 anni di Roma Capitale, FI e Pd avevano presentato un emendamento alla legge di bilancio che chiedeva l’istituzione di un Comitato con fondi da almeno 1,5 milioni di euro, spalmati tra il 2020 e il 2021. All’interno dell’organismo, come detto, non ci sarebbero stati esponenti politici o istituzionali, compresa quindi la sindaca di Roma, Virginia Raggi. Avrebbero fatto parte del Comitato, si leggeva nel testo firmato dai senatori Gasparri, Cirinnà e Binetti, «studiosi ed esperti in grado di elaborare un calendario di eventi sulla storia di Roma fino alla sua istituzione come Capitale». Non a caso, forse, nessun esponente del M5S aveva messo la firma sotto a quella richiesta di intervento.

LE MOSSE DI RAGGI
La notizia dell’emendamento era comunque arrivata a Palazzo Senatorio. Raggi finora non è intervenuta. Ovviamente, dal Colle capitolino, la sindaca vede con favore l’istituzione di un ente che gestisca le celebrazioni dei 150 anni, ma spera di essere coinvolta e di non restare tagliata fuori. E si augura, Raggi, che i fondi a disposizione per l’appuntamento siano molti più di quelli stanziati, ma anche di quelli che erano previsti dall’atto targato FI-Pd. Lì si parlava di un fondo da 1,5 milioni, gestito prima dal Ministero dell’Economia, per poi passare sotto la Presidenza del Consiglio: «500mila euro per l’anno 2020 e un milione di euro per l’anno 2021». Soldi da investire per «realizzare iniziative istituzionali, nazionali ed internazionali», con tanto di «dibattiti, mostre, convegni ed eventi in tutta Italia», «approfondimenti nelle scuole di ogni ordine e grado». Cirinnà e Gasparri non demordono: «Con il maxi-emendamento c’è un primo passo importante, si può lavorare per aumentare i fondi nel 2021». L’opposizione attacca. Per Giorgia Meloni, leader di Fdi, «Pd e M5S spendeno soldi pubblici per celebrare un evento storico di parte come il centenario del PCI, considerato alla stregua dei 150 anni dell’Unità d’Italia».
 
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