Caos rifiuti e Verde, se ne va il generale scelto dalla Raggi

Caos rifiuti e Verde, se ne va il generale scelto dalla Raggi
di Lorenzo De Cicco
3 Minuti di Lettura
Martedì 16 Luglio 2019, 00:34 - Ultimo aggiornamento: 17:24
In Campidoglio è rimasto un mese. Il generale di Brigata messo a capo del dipartimento Ambiente di Roma – insomma l’ufficio che gestisce sia i rifiuti che il verde pubblico, due piaghe Capitali – si è dimesso ieri pomeriggio. La «nuova epoca» che la sindaca Virginia Raggi aveva annunciato a maggio, con l’ingaggio di cinque alti ufficiali “in prestito” dal Ministero della Difesa, rischia di chiudersi subito e in malo modo. 
Il primo strappo si è visto ieri. A lasciare è stato Silvio Monti, generale messo a capo di uno dei dipartimenti strategici del Comune di Roma. Forse l’ufficio più delicato, in questa fase, perché amministra due settori precipitati negli ultimi anni in una crisi a spirale da cui è difficile uscir fuori: gli alberi che continuano a crollare a un ritmo che non si vedeva da tempo (+730% di crolli solo dal 2016 al 2018) e i rifiuti che traboccano dai cassonetti invadendo strade e marciapiedi.
L’addio improvviso? «Motivi personali che non mi consentono di proseguire», ha scritto Monti nella lettera di dimissioni. «Non voglio fare polemiche», la risposta a chi l’ha contattato nelle ultime ore. Ma il militare, racconta chi ha raccolto i suoi sfoghi in questo mandato lampo a Palazzo Senatorio, avrebbe mostrato più di un dubbio sulla situazione trovata in Comune. Una cosa è certa: la sua poltrona è rimasta vuota.
L’ennesima grana per l’amministrazione di Virginia Raggi, che da cinque mesi – dall’8 febbraio scorso – non ha un assessore all’Ambiente. La delega ai Rifiuti, ammettono con un filo d’imbarazzo perfino nell’entourage della sindaca, non la vuole prendere nessuno. Per quella al Verde, Raggi sta pensando di ripiegare su una fedelissima, ex candidata (non eletta) dei 5 Stelle, Laura Fiorini. Raggi confidava di far gestire entrambi i settori a un generale di grande esperienza come Monti. Non mettendo in conto, evidentemente, che il militare non sarebbe più stato disponibile così presto. Non è il primo dirigente del Campidoglio a lasciare. Alla Direzione Rifiuti, per dire, è dovuta arrivare una manager esterna, Laura D’Aprile, tecnica del Ministero dell’Ambiente, perché nessuno tra i quasi 200 dirigenti comunali si era fatto avanti per svolgere l’incarico.

IL “CONTINGENTE”
Raggi puntava forte sui generali, sfruttando l’assist arrivato l’anno scorso dalla Difesa. La ministra grillina Elisabetta Trenta ha riformato gli elenchi dei militari “in ausiliaria”, quelli che, tra i 60 e i 65 anni, in alternativa al congedo possono iscriversi a una lista da cui pescano le amministrazioni di tutta Italia, per un massimo di cinque anni. Raggi, a corto di dirigenti, aveva subito pensato di servirsene. «Grazie alla sinergia sviluppata con il ministro - annunciava su Facebook a inizio maggio - abbiamo accolto cinque generali, provenienti dall’Esercito e dall’Aeronautica Militare, a guidare cinque Direzioni di Roma Capitale». Cinque uffici come la Protezione Civile, assegnata al generale di divisione Giovanni Savarese, le Risorse Umane dei vigili, affidate al generale di Corpo d’armata Paolo Gerometta, i Servizi Digitali, andati a Giovanni Calcara, la Scuola di Formazione comunale, guidata dal generale di Brigata Giuseppe Morabito, più appunto il dipartimento Tutela Ambientale, il più delicato di questa partita, assegnato a Monti. Scelto prima per la Direzione del Verde (l’ordinanza è del 27 maggio) e poi dal 18 giugno ad interim per l’intero dipartimento, comprendendo anche i rifiuti quindi. «Professionalità di primissimo livello, con alle spalle una vita intera dedicata alle istituzioni», assicurava Raggi, con una solenne postilla: «È tempo di aprire una nuova epoca». Ma almeno per quanto riguarda verde e rifiuti, è finita subito.
© RIPRODUZIONE RISERVATA