La stangata rifiuti: il Campidoglio apre ai rimborsi Tari

La stangata rifiuti: il Campidoglio apre ai rimborsi Tari
di Lorenzo De Cicco
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Mercoledì 17 Luglio 2019, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 16:55

Per i romani che pagano una tariffa rifiuti tra le più alte d’Italia - tra le grandi città, la Capitale è seconda solo a Napoli - si apre uno spiraglio: dopo la crisi che ha tormentato l’Urbe nelle ultime settimane, dal Campidoglio arriva una prima apertura alla possibilità di restituire parte dei bollettini dell’Ama a chi dimostra, carte (soprattutto foto) alla mano, di averne diritto.

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Ne stanno discutendo i tecnici della Direzione Rifiuti da giorni. E lo dice apertamente il presidente della Commissione Bilancio di Roma Capitale, Marco Terranova (M5S): «Quando c’è un diritto, il diritto si rispetta, assolutamente, è un segnale di sensibilità istituzionale», spiega Terranova. «Sui rifiuti - prosegue il capo della Commissione Finanze - dobbiamo recuperare la situazione d’emergenza e tenere la città pulita, in asse con le altre istituzioni. Ovviamente sono soluzioni di medio termine, perché per risolvere il problema dell’immondizia a Roma servono soluzioni strutturali. Ma credo siano necessari anche segnali istituzionali». Come il rimborso? «Sì, assolutamente». Lo stesso ripetono i tecnici comunali chiamati a gestire questa delicatissima partita, una crisi a spirale cominciata con lo smantellamento della discarica di Malagrotta a fine 2013 e che negli ultimi mesi si è aggravata, mettendo a nudo la fragilità di Roma. Città con pochissimi impianti di trattamento e nessuno di smaltimento.
 
Ovvio, in queste condizioni, che la Capitale rincorra crisi ed emergenze. Sempre con soluzioni tampone, mentre si moltiplicano i disagi. Parlano i numeri: nel 2018, ancora prima della crisi dei rifiuti di queste settimane, ai centralini dell’Ama sono arrivati 550.666 reclami, il 45% in più dell’anno precedente. La differenziata nel 2018 anziché aumentare, per la prima volta in dieci anni, è calata, sotto al 44%. L’obiettivo era il 50%, mentre oggi siamo al 46% (dato di aprile). Intanto all’Ama le assenze per malattia non sono mai state così tante dal marzo 2014. Altro record negativo.

Il costo del servizio - anzi, del disservizio - continua a superare largamente il mezzo miliardo di euro all’anno. Gli incassi della Tari superano i 650 milioni e ogni anno il Campidoglio riversa nelle casse della sua municipalizzata, col contratto di servizio, oltre 700 milioni.

I MINI-TAGLI
Nonostante i mini-tagli alla Tari degli ultimi anni (iniziò l’ex sindaco Marino), ancora oggi la tariffa rifiuti dei romani è tra le più alte d’Italia, almeno tra le grandi città. Nel 2018 una famiglia media della Capitale, formata da quattro persone con una casa di 80 metri quadri e un reddito Isee di 18mila euro, ha ricevuto bollette per oltre 300 euro. I cittadini di Roma continuano, quindi, a pagare mediamente meno Tari dei napoletani, ma molto più di milanesi, torinesi, palermitani e bolognesi. A fronte di un servizio colabrodo.

Anche per questo i 5 Stelle ora valutano un segnale di «sensibilità istituzionale», come dice il capo della Commissione Bilancio. Certo bisogna tenere conto che una misura su larga scala aprirebbe una voragine nelle casse già traballanti dell’Ama. Che difatti ha appena messo su una task force di avvocati per affrontare i ricorsi (190 gli atti già notificati, un migliaio quelli raccolti da consumatori e comitati). A questo scopo ieri è stato assoldato Mario Cicala, ex presidente della Sezione tributaria della Cassazione. Per Ama la lotta ai rimborsi Tari «è una sfida valoriale», ha dichiarato la presidente Luisa Melara. «Comprendiamo i disagi, ma non è accettabile che qualche associazione minacci una class action», dice Melara. Altrimenti sarebbe a rischio «la sostenibilità economica della gestione dei servizi», è convinto l’ad Paolo Longoni.

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