Nei prossimi giorni una nuova tegola potrebbe abbattersi sul reddito di cittadinanza. A maggio una valanga di disdette rischia infatti di spazzare via dalla platea degli attuali beneficiari del sussidio decine di migliaia di nuclei insoddisfatti. I moduli per rinunciare al bonus dei grillini saranno pronti nei prossimi giorni. La misura chiave dei Cinquestelle rischia tra le 60 mila e le 130 mila defezioni, complici i bassi importi erogati sulle card gialle in fase di distribuzione: solo sul 16 per cento delle tessere magnetiche sono state accreditate somme superiori a 750 euro.
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La possibilità di disdire il sostegno a dire il vero non era stata prevista dalla legge che quest’anno ha introdotto il cavallo di battaglia dei pentastellati. Ma dopo che in questi giorni molti cittadini delusi (soprattutto al Sud) hanno chiesto al personale dei Caf e delle sedi Inps come fare per rinunciare al reddito di cittadinanza, è apparso evidente che fosse necessario trovare una soluzione. La procedura per uscire dalla platea dei beneficiari sarà pronta entro la metà del mese. A fare retromarcia non sarà solo chi si è visto assegnare un bonus mensile di 40 euro, anziché di 780 euro come si era immaginato in partenza. Anche chi ha ricevuto importi maggiori, ma comunque al di sotto delle aspettative, potrebbe ripensarci, dal momento che il beneficio comporta specifici obblighi lavorativi e controlli più approfonditi da parte del fisco. Insomma, per i percettori della versione extra-light del reddito di cittadinanza il gioco potrebbe non valere la candela.
I NUMERI
I RISPARMI
I bassi importi continueranno dunque a ingrossare con ogni probabilità le fila dei delusi. Le disdette contribuiranno anche ad allargare il tesoretto che deriverà dagli insuccessi del reddito di cittadinanza. Per il sussidio il governo gialloverde ha stanziato 5,6 miliardi di euro solo per alimentare le card, nell’ambito di un fondo complessivo pari a 7,1 miliardi per il 2019. Il presidente dell’Inps ha ammesso che rimarrà una quota importante di risorse, circa un miliardo di euro. Una stima che appare tuttavia prudenziale, ma che ha comunque spostato decisamente più in alto l’asticella rispetto alle precedenti dichiarazioni del vicepremier Luigi Di Maio, che solo due settimane fa aveva parlato di qualche centinaio di milioni di euro di risorse in eccesso.
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