Rebus esami di riparazione: coinvolto uno studente su 4

Rebus esami di riparazione: coinvolto uno studente su 4
di Lorena Loiacono
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Domenica 3 Settembre 2017, 00:07 - Ultimo aggiornamento: 4 Settembre, 07:52
I debiti vanno sempre saldati, soprattutto quelli scolastici che a settembre rischiano di trasformarsi in sonore bocciature. Lo sanno bene i quasi 450mila studenti che in questi giorni stanno svolgendo gli esami di riparazione. Prove scritte e orali, organizzate dalle singole scuole, necessarie per recuperare le insufficienze accumulate durante il secondo quadrimestre dello scorso anno scolastico. Un esercito di ragazzi che, dal primo al quarto anno delle scuole superiori, nel mese di giugno scorso ha avuto il cosiddetto “giudizio sospeso”: un voto insufficiente da portare obbligatoriamente al 6, prima dell’inizio del nuovo anno scolastico. E non sono pochi, anzi sono in evidente crescita. 

RECUPERO
Quest’anno infatti i “rimandati” sono aumentati: in base ai dati forniti dal ministero dell’istruzione ha avuto almeno un debito il 22,7% dei ragazzi che nel 2016-2017 ha frequentato una classe dal primo al quarto anno delle superiori. Un dato in crescita rispetto al 2015-2016 quando venne rimandato a settembre il 22,3% dei ragazzi. Si tratta di circa 445mila adolescenti che, necessariamente, hanno trascorso l’estate sui libri per ripassare le materie più critiche, tra corsi di recupero organizzati a scuola e costose lezioni private. 
La quota dei rimandati è quindi in aumento e sale maggiormente negli istituti tecnici dove ha avuto il debito il 27,2% dei ragazzi, quasi uno su tre, seguono i professionali con il 24,9% pari quindi a uno studente su 4, e chiudono i licei scendendo sotto la soglia di un rimandato su 5, pari al 19,2%. Ma le differenze non riguardano solo gli indirizzi di studio: la quota dei giudizi sospesi dipende anche dall’anno di studio. La percentuale più bassa si registra infatti al quarto anno con il 20,8% di rimandati, per poi salire a pari merito nel primo e terzo anno con il 23% e schizzare al 23,9% nel secondo anno. Come mai? 

In realtà, dati alla mano, la selezione iniziale è indubbiamente quella più dura: il primo anno di scuola superiore, infatti, ha un livello mediamente basso di rimandati ma anche la quota maggiore di bocciati con l’11,5% rispetto alla media del 7,3%. Il primo anno di scuola superiore quindi risulta il più selettivo sia per le non ammissioni, incassando la percentuale più alta in assoluto, sia per i giudizi sospesi che restano comunque tra i più alti. Le difficoltà diminuiscono parzialmente nel secondo anno di studio quando agli scrutini finali c’è un minor numero di bocciati rispetto all’anno precedente ma schizzano i rimandati. Solo dal terzo anno in poi la situazione si normalizza: calano infatti sia i respinti sia i debiti da recuperare. 

NODO ORIENTAMENTO
Evidentemente esiste un problema di orientamento che non riesce a sostenere i ragazzi nel passaggio dalla terza media al primo anno delle superiori, venendo a mancare quella continuità che garantirebbe esiti migliori per l’inizio del II ciclo di studi. E’ inoltre possibile disegnare una mappatura dei debiti da saldare: la percentuale più alta riguarda infatti la Sardegna che, a fronte di una media del 22,7%, raggiunge un pesantissimo 28,6%, seguono Lombardia, Toscana e Liguria che rimangono comunque sopra il 25% e poi Veneto, Friuli, Emilia Romagna e Lazio. La percentuale più bassa di rimandati si registra invece in Puglia dove è chiamato a saldare almeno un debito scolastico il 16,1% degli studenti. 

Difficile spiegare la differenza che c’è tra la Sardegna e la Puglia, che si distanziano l’una dall’altra con ben 12,5 punti percentuali. A fare la differenza spesso sono anche i singoli istituti: secondo un sondaggio del portale Skuola.net, infatti, l’80% degli istituti ha organizzato i corsi di recupero interni, ma solo il 20% riesce a garantirli per tutte le materie. Il risultato è che il 51% dei cosiddetti rimandati ha scelto di rivolgersi ad insegnanti privati. E i costi per le famiglie sono decisamente saliti, spesso influenzando anche le vacanze. Basti pensare che una sola ora di ripetizione costa mediamente 25 euro, si va infatti dai 12 fino ai 40 euro e oltre se il professore privato fa lezione direttamente sul posto di vacanza. 
 
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