Plutone, ultima frontiera:​ la sonda New Horizons
a destinazione dopo un viaggio di 5 miliardi di km

Plutone, ultima frontiera:​ la sonda New Horizons a destinazione dopo un viaggio di 5 miliardi di km
di Enzo Vitale
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Sabato 4 Luglio 2015, 23:25 - Ultimo aggiornamento: 7 Luglio, 09:14
Plutone, il signore dell’Ade: dagli inferi al cielo. Rapì Proserpina mentre era intenta a cogliere fiori sulle rive di un lago.



La sposò, ma sollevò le ire della di lei madre, Cerere. Per liberarla dal regno infernale intervenne nientedimeno che Giove, ma ad un patto: sei mesi col marito, nel buio, e gli altri sei sulla Terra. E quindi freddo e gelo durante il periodo in cui era assente dalla dimora materna, e poi, al ritorno di Proserpina, il risveglio della natura. E fin qui la mitologia romana.

Dal punto di vista astronomico, invece, Plutone resta l’ultimo oggetto del sistema solare ancora inesplorato. L’ultimo avamposto sconosciuto e misterioso. Di lui si conoscono solo gli elementi canonici. Per fare un giro completo intorno alla nostra stella, ad esempio, impiega quasi 250 dei nostri anni.

Attualmente la sua distanza dalla Terra è di circa 4.500 milioni di chilometri, ma tra 140 anni sarà acora più lontano. È un corpo, o meglio un blocco di ghiaccio, freddo e inospitale con temperature medie alla superficie che arrivano a meno 223 gradi. Fino a qualche anno fa era considerato un pianeta a tutti gli effetti, ma nel 2006 l’Unione astronomica internazionale lo ha retrocesso a pianeta nano. Plutone però ora chiede il riscatto, nano o non nano, vuole la rivincita e in questo mese di luglio riserverà delle grosse novità.

LA TERZA ZONA

Dopo decenni, finalmente, l’umanità potrà coronare il sogno a lungo accarezzato: la conquista di tutti i pianeti del sistema solare. All’appello mancava solo lui, il signore degli inferi. Martedì 14 luglio sarà una data storica. Sarà il giorno in cui la sonda della Nasa, New Horizons, entrerà nell’orbita dell’ultimo pianeta, o meglio del planetoide, più sconosciuto di sempre che, suo malgrado, ha due caratteristiche: è l’ultima frontiera ma anche il primo di una vastissima popolazione di oggetti della cosiddetta terza zona, la Fascia di Kuiper, un’area ai confini del Sistema Solare in cui giacciono centinaia di corpi di ghiaccio oltre l'orbita di Nettuno. Il primo a presumere la sua esistenza fu l’astronomo olandese Gerard Kuiper che nel 1951 ipotizzò la nascita delle comete proprio da questa remotissima zona.



New Horizons ha intrapreso il suo viaggio proprio nove anni fa, nel gennaio del 2006 (pochi mesi prima della sua declassificazione) e ora si trova a “poca” distanza dalla sua meta, circa 15 milioni di chilometri e a oltre 4,8 miliardi di km dalla sua base di partenza. Nel suo lunghissimo percorso a tappe, la sonda Nasa, che viaggia ad una velocità di 50 mila chilometri all’ora, ha svelato le caratteristiche del planetoide e ha confermato alcune certezze. «Non abbiamo trovato nuove lune o anelli tipo quelli di Saturno, Urano e Nettuno. Per molti di noi scienziati è stata una sorpresa scientifica - ha detto Alan Stern, principal investigator della missione il giorno in cui è stata corretta la rotta-. Di conseguenza, non è necessario alcun aggiustamento della traiettoria per evitare potenziali pericoli».



CINQUE LUNE

Plutone non è quel solitario corpo ai confini del sistema solare, possiede ben cinque satelliti conosciuti: Caronte, Stige, Notte, Cerbero e Idra. Il primo, Caronte, grande la metà del planetoide, è un altro cosiddetto pianeta nano e va nella stessa categoria di Cerere e Xena, grandi asteroidi promossi a un rango più alto.

Mano a mano che New Horizons gli si avvicina, Plutone e la sua area diventano ancora più definiti. Le nuove immagini inviate sulla terra mostrano due facce piuttosto differenti. Una presenta alcune singolari macchie scure, del diametro di circa 500 chilometri distribuite lungo la linea equatoriale. Il pianeta fu scoperto presso il Lowell Observatory, in Arizona, il 18 febbraio 1930, da Clyde Tombaugh e battezzato in onore di Plutone, divinità dell'Oltretomba secondo la mitologia romana; le prime lettere del nome, PL, sono anche le iniziali dell’astronomo Percival Lowell, che per primo ne ipotizzò l'esistenza.



IL METANO

«E finalmente è possibile anche vedere i suoi colori. Come Marte, ma per motivi diversi, è rosso - ha spiegato Simon Porter della Nasa - i colori e le caratteristiche dei suoi variegati terreni si stanno definendo nelle immagini. Già da ora possiamo dire che Plutone non assomiglia a nessun altro corpo nel sistema solare».

Nel frattempo le scoperte di New Horizons si moltiplicano. L’ultima in ordine di tempo la presenza di metano. «Una mistura primordiale - hanno ipotizzato gli scienziati - contenuto nella nube di gas e polveri che ha dato origine al sistema solare 4,5 miliardi anni fa». Al count down mancano solo nove giorni, poi i segreti del dio degli inferi saranno svelati.
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