Parlamento Ue, il bluff dei tagli: spunta l’aumento ai tecnici

Parlamento Ue, il bluff dei tagli: spunta l’aumento ai tecnici
di David Carretta
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Domenica 3 Maggio 2015, 23:58 - Ultimo aggiornamento: 5 Maggio, 09:07
Nessun controllo sui 4.320 euro per spese di segreteria dei deputati e un aumento di 1.500 euro al mese per la dotazione destinata agli assistenti parlamentari che già ammontava a 21.379 euro. Terminati i clamori della campagna per le elezioni europee del 25 maggio 2014, quando tutti i candidati o quasi promettevano di ridurre sprechi e spese inutili delle istituzioni europee, l'Europarlamento questa settimana ha votato una serie di provvedimenti destinati ad aumentare i costi a carico dei contribuenti. Con la nuova legislatura, il numero dei parlamentari dell'Assemblea di Strasburgo è sceso da 766 a 751, ma il suo bilancio miliardario si gonfia sempre di più: da 1 miliardo e 750 milioni per quest’anno a 1 miliardo e 838 milioni per il prossimo, secondo le previsioni di spesa per il 2016 adottate mercoledì a Strasburgo. E questo malgrado una spending review europea, che dovrebbe allineare le istituzioni Ue alla cura dimagrante chiesta agli Stati membri. «Per permettere ai membri di svolgere il loro mandato e di rafforzare la capacità del Parlamento di esercitare tutti i suoi poteri, deve essere assicurato un livello sufficiente di risorse», dice il rapporto firmato dal liberale belga, Gérard Deprez, che ha ottenuto 397 voti a favore, 274 contro e 20 astenuti. Paradossalmente, l'attività legislativa è in netto calo da quando è entrata in funzione la Commissione di Jean-Claude Juncker, che si è data come obiettivo di legiferare meno.



IL COSTO DELLA DEMOCRAZIA

La democrazia ha un costo. Soprattutto quando è transnazionale, con un Parlamento composto da 751 deputati eletti in 28 paesi, in cui si parlano 24 lingue ufficiali, e tre sedi distinte (Strasburgo, Bruxelles e Lussemburgo). Tra stipendio, indennità varie e contributi per l'attività dei gruppi politici, i deputati gestiscono diverse centinaia di migliaia di euro ogni anno. L'indennità più consistente sono i 21.379 euro al mese per gli assistenti, che il prossimo anno passeranno a quasi 23.000. Assumere un parente è vietato. Ma niente impedisce di farlo fare a un collega di partito. Una decina di anni fa, Matteo Salvini aveva tra i suoi assistenti accreditati Franco Bossi, fratello del più noto Umberto, mentre Francesco Speroni si era scelto Riccardo, figlio dell'ex leader della Lega Nord. In teoria, anche stipendiare funzionari di partito è vietato, ma è una pratica diffusa.



La magistratura francese ha aperto un'inchiesta sul Front National di Marine Le Pen perché avrebbe pagato parte dell’apparato nazionale con i fondi per gli assistenti parlamentari. Le assunzioni sono a discrezione del deputato e non ci sono limiti per gli assistenti locali: un europarlamentare bulgaro ha assunto 43 assistenti locali.



PERCHÉ L’AUMENTO

Le motivazioni dell'aumento dell'indennità per i portaborse variano. Alcuni deputati lamentano che le lobby hanno molti più soldi a disposizione per assumere i talenti più brillanti sul mercato e che la City di Londra offre stipendi e benefit molto più alti. «Le attuali tabelle retributive e il grado d'ingresso offerti dalle istituzioni sono meno interessanti per il nuovo personale» e «non offrono né stipendi competitivi né prospettive di carriera interessanti per molti cittadini» dei paesi più ricchi dell'Ue, dice un altro rapporto approvato dall’Assemblea di Strasburgo. «Un fronte trasversale dei paesi nordici, con capofila la Germania, chiedeva un incremento di 3.000 euro», spiega David Sassoli, vicepresidente dell'Europarlamento con la delega al bilancio: il costo di lavoro in Finlandia è dieci volte più alto che in Bulgaria. Alla fine è stato trovato un compromesso con i 1.500 euro.



I DEPUTATI

Almeno lo stipendio e le indennità dirette dei parlamentari non sono stati sostanzialmente toccati. Gli eurodeputati però hanno rifiutato di rendere conto dei 4.320 euro che ricevono ogni mese come «indennità per spese generali». Soldi che servono a «coprire le spese sostenute nello Stato membro di elezione» come la «gestione dell'ufficio dei deputati», il «telefono» e «i costi per l'acquisto, il funzionamento e la manutenzione di computer e di materiale telematico», spiega il sito dell'Europarlamento. Ma i deputati europei non devono presentare né fatture, né ricevute. «Alcuni intascano direttamente i soldi», rivela un assistente. L’Assemblea ha rigettato un passaggio di un rapporto del deputato francese Gilles Pargneaux che chiedeva «l'introduzione di un rendiconto annuale obbligatorio da parte dei membri.
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