Il Papa: «La politica abbandoni l’odio, pregate per l’Ue»

Il Papa: «La politica abbandoni l’odio, pregate per l’Ue»
di Franca Giansoldati
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Domenica 2 Giugno 2019, 23:57 - Ultimo aggiornamento: 3 Giugno, 15:28

Da bordo dell’aereo papale – Papa Francesco sta tornando dai confini dell’Europa e mentre è in volo chiede un favore. Si capisce che è qualcosa che gli sta a cuore. «So che alcuni sono credenti, altri non tanto, ma dico a tutti di pregare per l’Europa. Pregate che il Signore ci dia la grazia, perché l’Europa torni a essere di nuovo il sogno dei padri fondatori».
Si avverte tanta preoccupazione di fondo. Forse vorrebbe vedere in giro più responsabilità dice che bisogna aiutare i politici a dare speranza alla gente e poi smentisce la voce di chi sostiene che non vuole vedere Salvini. Semmai, tecnicamente parlando, in Vaticano non è mai arrivata nessuna richiesta. E’ un colloquio breve ma molto intenso che fa seguito ad un fortissimo mea culpa sui rom, pronunciato poco prima di partire. «Troppe volte anche i cristiani li hanno discriminati. Chiedo perdono a nome della Chiesa».
In Europa cresce il numero di coloro che non vogliono stare assieme e preferiscono l’isolamento, che fare?
«Se l’Europa non guarda bene le sfide future si ritroverà appassita. Ha perso l’illusione di lavorare assieme. Qualcuno arriva a fare domanda: ma sarà la fine di una avventura? Bisogna riprendere la mistica dei padri fondatori. Per questo c’è bisogno di unità, con tante cose che la buona politica offre, per esempio superare le divisioni. Stiamo vedendo alzarsi le frontiere. Questo non fa bene. E’ vero che ogni Paese ha la propria cultura e deve custodirla, ma con la mistica del poliedro, si può stare tutti uniti. Spero che l’Europa non si lasci vincere dal pessimismo dalle ideologie».
Alcuni leader politici, come il vice premier Salvini, hanno fatto campagna elettorale esibendo croci, facendo consacrazioni al cuore Immacolato di Maria. Che impressione le ha fatto? Ed è vero che lei non vuole incontrarlo?
«Inizio dalla seconda domanda: non ho sentito che del governo, eccetto il Premier Conte, abbia mai chiesto udienza. Nessuno. Se chiede udienza, deve parlare con la Segreteria di Stato, esattamente come il premier Conte che la ha chiesta e gli è stata data come indica il protocollo. E’ stata una bella udienza, di un’ora e forse più. Un uomo intelligente, un professore. Il vice premier non lo ho ricevuto e nemmeno gli altri ministri. Ho ricevuto invece il presidente della Repubblica. Per arrivare alla sua prima domanda quella sulle immagini sacre, invece, ci ho pensato tante volte, leggendo i giornali. Tuttavia non sono entrato nelle notizie relative alla propaganda elettorale di un partito. A questo aggiungo che non capisco la politica italiana, devo studiarla. Dare una opinione su atteggiamenti di uno dei partiti senza informazioni sarebbe molto imprudente. Io prego per tutti e perché l’Italia vada avanti. Prego perché gli italiani si uniscano e siano leali».
Lei ha origini italiane..
«Io sono italiano, sono figlio di un migrante italiano. Ho il sangue italiano. I miei fratelli hanno tutti la cittadinanza. Personalmente non la ho chiesta, ritenevo da vescovo di dover avere solo la cittadinanza della chiesa locale e così non la ho chiesta. C’è nella politica di tanti Paesi la malattia della corruzione, è dappertutto, dappertutto. Mi raccomando però non scrivete domani che il Papa ha detto che la politica italiana è corrotta. Voglio dire che la corruzione è una delle malattie e sta dappertutto, è universale. Piuttosto dobbiamo aiutare i politici a essere onesti, a non fare campagne con bandiere disoneste, ad utilizzare la calunnia, gli scandali. Un politico non deve mai scatenare odio e paura tra la gente, ma solo speranza, una speranza giusta ed esigente. Una speranza che deve indurre il Paese ad andare avanti».
In Romania incontrando le famiglie lei ha riparlato dei nonni e dei giovani: lei che a Roma non ha la famiglia dice che Benedetto XVI è una specie di nonno..
«E’ vero: ogni volta che lo vado a visitare lo sento cosi, gli prendo la mano e lo faccio parlare, lui parla adagio ma con la stessa profondità di sempre. Il problema di Benedetto sono le ginocchia, ma non la testa. Sentendo parlare lui, divento forte. Sento questa tradizione della Chiesa che non è una cosa da museo. La tradizione sono le radici che fanno crescere, per fiorire. La tradizione della Chiesa è sempre in movimento. La tradizione non custodisce le ceneri, come dicono gli integralisti. Tutto deve dare frutto».

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