Muraro convocata dai pm: «In Ama agiva da dirigente»

Muraro convocata dai pm: «In Ama agiva da dirigente»
di Valentina Errante
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Martedì 13 Dicembre 2016, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 01:45
Non era solo una consulente. Paola Muraro secondo la procura di Roma svolgeva in Ama funzioni da dirigente e quei contratti esterni, rinnovati dal 2004 al 2016, per cifre a cinque stelle, erano solo una formalità, per un ruolo e un peso nella municipalizzata che andavano ben oltre gli incarichi. L’assessore della giunta Raggi, iscritta in un fascicolo che riguarda anche il traffico illecito di rifiuti, dovrà adesso presentarsi in procura per chiarire la propria posizione. Il pool che indaga sullo smaltimento e gli affari vuole risposte e, ieri, le ha notificato un invito a comparire per sottoporla a interrogatorio. Dovrà spiegare, tra le altre cose, come mai fosse proprio lei, un semplice consulente, a stabilire la chiusura delle strutture Ama.

L’ANOMALIA
Paola Muraro dava ordini. Era inserita nel gruppo di lavoro degli impianti, un’anomalia per chi avrebbe dovuto rivestire il ruolo di semplice esperta: stabiliva quando le strutture Ama, come quella di Rocca Cencia, dovevano fermarsi e, spesso, i capi degli impianti informavano direttamente lei, piuttosto che i vertici, nonostante avrebbe dovuto essere formalmente solo una figura esterna all’azienda. Ed è proprio questo ruolo a essere considerato fondamentale per i procuratori aggiunti Michele Prestipino e Paolo Ielo e per il pm Alberto Galanti che, ad aprile, avevano iscritto l’assessore sul registro degli indagati con l’ipotesi di reati ambientali e abuso d’ufficio. Dovrà chiarire, davanti ai pm, quale fosse il suo ruolo e a che titolo impartisse ordini nell’azienda.

LE CONTESTAZIONI
La procura contesta alla Muraro le certificazioni, relative al materiale degli impianti di Tmb (Trattamento meccanico biologico) di via Salaria e Rocca Cencia che, in qualità di consulente, controllava per conto della municipalizzata. Secondo gli accertamenti, scarti non a norma sarebbero stati classificati come combustibile da destinare ai termovalorizzatori e smaltiti in diverse strutture. Il ruolo della Muraro nella municipalizzata riguardava proprio il “monitoraggio del processo svolto e tutte le attività di accettazione del rifiuto, selezione, trattamento”. L’assessore, con incarichi costanti per oltre dodici anni era, tra l’altro, referente Ippc, il protocollo europeo per la riduzione dell’inquinamento ambientale. È sulle certificazioni che si concentrano le contestazioni sulle quali adesso il Noe dei carabinieri potrà indagare per altri sei mesi. Alcune settimane fa all’assessore all’Ambiente era stato notificato l’avviso di proroga dell’inchiesta, la procura contesta gli stessi fatti a due capi impianto della municipalizzata e ad altri dirigenti.

L’ESPOSTO
Agli atti, però, oltre ai reati ambientali ci sono anche molti elementi sul reale ruolo dell’esperta di ambiente. Gli ultimi, esaminati dalla procura, sono quelli contenuti nell’esposto firmato dall’ex capo di Gabinetto della Raggi, Paola Raineri, che ha portato all’apertura di un altro fascicolo, ancora senza ipotesi di reato. Circostanze che riguardano, ancora una volta, i rapporti tra Muraro e Cerroni, e le pressioni dell’assessore su Ama. Fatti confermati ai pm da un altro ex assessore (con delega alle Partecipate) Marcello Minenna, dall’ex amministratore unico Ama, Alessandro Solidoro, e, più recentemente, dal presidente ancora in carica Stefano Bina. Sotto esame anche le pesantissime accuse mosse a carico della Muraro dall’ex presidente Ama Daniele Fortini. Sono quattordici gli esposti presentati ai pm. Anche in questo caso si tratta di pressioni che dimostrerebbero i rapporti tra l’assessore e il ras dei rifiuti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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