Mps, aiuti di Stato in salita, il governo studia il piano B

Mps, aiuti di Stato in salita, il governo studia il piano B
di Rosario Dimito
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Mercoledì 6 Luglio 2016, 01:04
Governo e Bankitalia in stato di massima allerta per il Montepaschi, ormai in balìa della volatilità dopo il diktat Bce sulla vendita di 9,6 miliardi di sofferenze entro il 2018. Il piano di emergenza abbozzato attorno all’intervento di Atlante sugli Npl e alla ricapitalizzazione “precauzionale” che sarebbe una delle pochissime soluzioni consentite da Bruxelles, non fa passi in avanti.

Come sarebbe emerso ieri al termine di una giornata frenetica nella quale, secondo quanto ricostruito dal Messaggero presso fonti di Via XX Settembre, ci sarebbe stata una lunga riunione a Roma tra il vertice della banca senese (il presidente Massimo Tononi e l’ad Fabrizio Viola) con alti rappresentanti del Tesoro, alla presenza di esponenti di Bankitalia, mentre il titolo viveva un’altra giornata drammatica bruciando il 19,4% a 0,26 euro che, sommato al crollo della seduta precedente, porta a una perdita di 344 milioni in due giorni, con un valore di Borsa sceso a 778 milioni (in due anni sono di fatto andati in fumo 7 miliardi degli 8 di aumento di capitale). A questi prezzi c’è più di un timore da parte delle Autorità monetarie e di Vigilanza, di take-over da parte di qualche investitore raider. Sotto tensione anche i bond subordinati: hanno un valore che si aggira sui 6 miliardi e il mercato teme che nel caso di burden sharing, cioè la condivisione dei rischi prevista dall’art. 132 della direttiva Brrd, dopo gli azionisti ci rimettano propri i detentori delle obbligazioni.

Per tutti questi motivi la Consob ha vietato per l’intera giornata borsistica odierna le vendite allo scoperto, ma non basta. Occorre che il mercato abbia segnali forti e decisi nel senso dell’alleggerimento degli Npl che è il vero tallone d’Achille. Purtroppo Atlante ha disponibilità limitate: gli sono rimasti 1,7 miliardi dopo averne investiti 1,5 per l’aumento della Popolare di Vicenza e 1 per quello di Veneto Banca. Nelle ultime ore, i calcoli e le valutazioni fatte avrebbero fatto emergere l’incongruità delle risorse. In tutto questo, c’è l’irritazione degli investitori istituzionali che assistono all’impoverimento dell’investimento: 5-6 di loro ieri hanno avuto una riunione a Milano con i legali di un primario studio legale internazionale. Sono intenzionati a una class action contro la Bce per la pretestuosità delle argomentazioni alla base dello stillicidio sul titolo.
 
SI TORNA A GUARDARE AD UBI
Il governo è mobilitato a rimpinguare le casse del fondo, con pressing a tutto campo, presso gli attuali investitori e anche di quelli nuovi: allertati fondi investitori ma anche importanti società di investimento estere guidate da imprenditori italiani molto accreditati. C’è da rimarcare che Alessandro Penati, presidente di Quaestio, la sgr che gestisce Atlante, è nel mirino del comitato degli investitori del fondo: da giorni i componenti gli stanno sollecitando una riunione per fare il punto della situazione e capire il da farsi. E’ un’altra delle grane che non agevola la situazione compromessa dalle difficoltà di far decollare le soluzioni. La ricapitalizzazione “precauzionale” sta trovando intoppi per applicarla. Ecco perché ieri sera in Via XX Settembre gli sherpa hanno iniziato a lavorare su un piano B che giocoforza, però, deve richiamare in campo gli stessi soggetti come la Cdp. «Auspico che Renzi si faccia rispettare e intervenga in sede europea», ha sollecitato Lando Sileoni, leader del sindacato Fabi.
Al tirar delle somme, il mercato sembra da un lato preoccupato dai 46 miliardi lordi di Npl e dall’altro, però, sconta negativamente l’ombra dello stato azionista della banca: Siena tornerebbe indietro al 1995 quando faticosamente e dopo una corsa ad ostacoli, venne privatizzata. Dal governo si guard a Ubi come una delle poche soluzioni di mercato. Da ieri l’ad Victor Massiah è a Londra in road show: ma un suo rappresentante segue costantemente il dossier presso il Tesoro. Comunque il banchiere, in ottimi rapporti con Piercarlo Padoan, ha fatto sapere che prima va risolto il nodo degli Npl.
 
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