ATMOSFERA
L’atmosfera resta alla Tarantino, che, insieme a Scorsese e ai fratelli Coen, riesce a far sposare i suoi “figli” sempre col corredo giusto (basti pensare ai milioni di copie vendute con Pulp Fiction). Il risultato evoca ma non replica le cuciture sonore del passato perché il segreto è scrivere ciò che più si accorda alle immagini del regista di turno «altrimenti è solo vanità» ha spiegato Morricone al quotidiano inglese Telegraph.
Questa coppia artistica, in realtà, esisteva per associazione di idee: Tarantino non ha mai nascosto il debito verso gli spaghetti western di Sergio Leone e inevitabilmente verso la colonna sonora della cosiddetta Trilogia del dollaro, che non era semplice accompagnamento alle scene ma parte integrante della narrazione, con quell’apparato organico di fischi, spari, armoniche. Nella percezione del pubblico era logico che il regista americano si rivolgesse al compositore romano per il suo ottavo film, western a suo modo, eppure la collaborazione non era certa, perché finora lui non aveva mai commissionato una colonna sonora originale, preferendo il ripescaggio di classici dimenticati, e perché il Maestro Morricone non gradiva che il suo nome fosse ancora legato al western.
E’ bastata un visita personale di Quentin nella sua residenza capitolina, per fargli cambiare idea: «Un’ora con lui e gli ho detto sì». Il 14 dicembre il Maestro Morricone riceve il Premio alla Carriera al XX Roma Film Festival, che gli dedica una retrospettiva. Tarantino invece vuole ritirarsi fra due film per fare il produttore, e il suo terzo western potrebbe essere una serie tv tratta dal libro “Forty Lashes Less One” di Elmore Leonard.
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