GLI INVESTIMENTI
E allora si fa sentire sempre di più la necessità di investire nel diritto allo studio, tra borse e agevolazioni per i più meritevoli. L’Italia resta infatti in coda all’Europa per l’erogazione di borse di studio: solo il 9% degli studenti infatti ne beneficia, peggio solo la Romania e la Croazia dove la quota rispettivamente arriva all’8% scarso e al 4%. Contro il 25% di studenti vincitori di borsa di studio in Germania e il 29% della Spagna, il 36% della Francia e il 57% dell’Inghilterra. In Danimarca i ragazzi che hanno un contributo economico per studiare sono l’85% del totale, in Svezia quasi il 90%.
Per incrementare il sostegno agli universitari, il ministero dell’istruzione mette in campo risorse e una campagna informativa per raggiungere tutti i diretti interessati. «Le immatricolazioni - ha spiegato la ministra all’Istruzione, Valeria Fedeli - sono in ripresa, ma è un incremento che dobbiamo sostenere e accompagnare, nella consapevolezza che un numero più alto di laureati, nella società della conoscenza, è un patrimonio per tutto il Paese».
LE NOVITÀ
Non solo borse di studio, da quest’anno è prevista anche la no tax area e aumentano i sussidi per gli studenti diversamente abili. Tramite la campagna informativa “Continua gli studi, accedi al futuro”, saranno disponibili i bandi dei singoli atenei e tutte le informazioni necessarie per accedere alle agevolazioni sul sito http://www.dsu.miur.gov.it/. Il Fondo integrativo statale per il diritto allo studio è stato incrementato in modo strutturale di 50 milioni di euro, portandolo a 217 milioni all’anno, a cui si aggiungeranno 6 milioni non utilizzati nel 2017 per le borse della “Fondazione ex art. 34”. Saranno quindi 223 milioni di euro i fondi destinati per il diritto allo studio.
Da quest’anno, inoltre, viene introdotta la no tax area per chi ha un ISEE sotto i 13.000 euro, mentre fino ai 30.000 euro l’iscrizione è agevolata. Nel Fondo di Finanziamento Ordinario sono stati stanziati 7,5 milioni di euro per interventi a sostegno degli studenti diversamente abili e con disturbi specifici di apprendimento. Un settore a parte per il fondo giovani, pari a 64,2 milioni di euro, andrà invece alle borse di mobilità internazionale, agli incentivi per l’iscrizione alle lauree scientifiche e a quelle di particolare interesse nazionale, all’orientamento pre-universitario al momento della scelta del percorso di studi. E anche l’orientamento rappresenta infatti un tassello fondamentale per evitare la dispersione e l’abbandono degli studi, per colpa di scelte sbagliate.
I DATI
La quasi totalità degli immatricolati proviene dal percorso liceale con oltre il 75% mentre dai professionali, ad esempio, arriva solo il 3,8%. Una matricola su 5 invece proviene da un istituto tecnico. In generale, più della metà dei diplomati si iscrive all’università con un trend che risulta costante dopo diversi anni di fase negativa: nel 2016-2017 il 50,35 dei neodiplomati si è iscritto, come accadeva nel 2015-2016. Nel 2014 la percentuale era al 49% e proveniva dal picco del 2011 quando i diplomati che passavano dalla scuola all’università erano il 52%. Si registra quindi un dato in crescita, in ripresa rispetto al calo di due anni fa. Le regioni che mostrano il tasso di passaggio più elevato sono la Lombardia e la Liguria, Marche, Abruzzo e Molise, invece le regioni in cui i ragazzi lasciano gli studi, non iscrivendosi all’università, sono Sardegna, Sicilia, Campania e Puglia.
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