Minori e affidi “facili”, in arrivo una legge per fermare il business

Minori e affidi “facili”, in arrivo una legge per fermare il business
di Valeria Arnaldi
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Domenica 9 Novembre 2014, 23:08 - Ultimo aggiornamento: 11 Novembre, 18:35
Maggiore chiarezza nelle norme, più controlli e l'istituzione di un Osservatorio nazionale sulle strutture di accoglienza. Questi i punti chiave di una proposta di riforma della legge sui minori in affido, allo studio della Commissione parlamentare per l'Infanzia presieduta da Michela Vittoria Brambilla, che ha voluto creare un tavolo con le parti interessate.

L'allarme “affidi facili” era stato lanciato dal Coordinamento Interassociativo Colibrì, nato per sostenere i diritti dei minori e per la bi-genitorialità e ora al tavolo con i Servizi Sociali. Sono circa trentamila i minori in affido, il 60% da oltre due anni e quasi il 50% in comunità.



I NUMERI

Poi, il sommerso. «Non si hanno dati aggiornati sul fenomeno, siamo fermi al 2011 - dice il rappresentante parlamentare di Colibrì, Massimo Rosselli Del Turco - ed è difficilissimo fare ispezioni nelle comunità minorili. C'è eccessiva facilità negli affidamenti. Alcuni bambini sono tolti alle famiglie perché povere. Però alle comunità, per ogni minore, vengono dati tra 70 e 400 euro al giorno. C'è il rischio che si alimenti un business sui bambini». Immediata la replica dell'Ordine nazionale Servizi Sociali, allo stesso tavolo: «Nessuno è allontanato per povertà - assicura la presidente Silvana Mordeglia -. Chi operasse in tal modo verrebbe meno a obblighi di legge e deontologici. Si denuncino i casi».



IL PROGETTO

Il progetto di legge si baserà proprio sulle problematiche sollevate da associazioni e operatori. «Sto valutando l'opportunità - dice la Brambilla - di presentare una proposta di legge di riforma dell'art.403 del codice civile, che regola l'intervento della pubblica autorità a tutela dei minori, nel senso di aumentare le garanzie a tutela del diritto dei minori di conservare, per quanto possibile, i rapporti familiari». Dalle procedure ai Centri. «Le strutture di accoglienza non sono adeguatamente controllate. Occorrono un censimento preciso, standard minimi inderogabili, trasparenza sulle rette. In una mia proposta di legge ho ipotizzato un Osservatorio nazionale su case famiglia e strutture di accoglienza». È “chiarezza” la parola d'ordine per il Coordinamento. «Per la legge - ribadisce Rosselli Del Turco - un minore sottratto ai genitori va affidato a parenti fino al quarto grado. L'affidamento extra-familiare, però, frutta soldi. Servirebbe una Commissione d'Inchiesta». Richieste arrivano pure dai Servizi Sociali: «Occorrono interventi sulle politiche per la famiglia - dice Mordeglia - e la revisione del titolo V della Costituzione che crea forti disparità sul territorio».