Meno dialogo, cala il consenso 5Stelle: opinione peggiorata per un italiano su 2

Meno dialogo, cala il consenso 5Stelle: opinione peggiorata per un italiano su 2
di Antonio Calitri
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Sabato 17 Giugno 2017, 00:20 - Ultimo aggiornamento: 18 Giugno, 15:28
I risultati deludenti del Movimento 5Stelle alle amministrative di domenica scorsa si possono spiegare anche con l’appannamento dell’immagine che stanno avendo i pentastellati nell’opinione pubblica. In generale, rispetto a settembre 2016, l’erosione dei consensi sull’attività M5S è arrivata al 51%, che riduce al 17%, se si guarda chi è dichiaratamente un sostenitore del movimento. A scendere di più quindi è il consenso che danno alle politiche M5S soprattutto gli indecisi, che poi sono quegli elettori in grado di cambiare all’ultimo momento il risultato di un’elezione. Questo emerge dall’indagine SWG per Il Messaggero, effettuata su un campione di 1.500 persone tra il 12 e il 14 giugno scorso. 

BACINO CONSOLIDATO
«Non si tratta però di un crollo verticale, né di una crisi», chiarisce Enzo Risso, direttore scientifico di SWG, «perché il loro bacino è consolidato come si può vedere anche dalle ultime rivelazioni sul consenso dei partiti di questa settimana dove il M5S è al 27% con addirittura una crescita dello 0,1% sulla settimana scorsa. Quello che emerge da questa indagine è la fase di impasse che stanno attraversando e che sta facendo perdere quella spinta propulsiva in grado di attrarre altri bacini». Infatti, a fronte di un 51% di opinione peggiorata, c’è anche un 9% di italiani che invece ha migliorato l’opinione sul movimento. «Si tratta - continua Risso - di un miglioramento che riguarda soprattutto gli interni, frange che hanno giudicato positivamente alcune dinamiche ma anche tra l’1 e il 2% degli elettori del Pd, soprattutto al Sud».
A spiegare le ragioni del trend negativo sull’opinione M5S ci sono alcune date importanti. Ad aprile 2016, l’opinione negativa raggiungeva il suo punto più basso, il 16%. Le prime avvisaglie romane avevano fatto aumentare questo dato al 36% lo scorso settembre e sempre le vicende di Roma all’inizio di quest’anno avevano fatto crescere la sfiducia al 49%. «Negli ultimi mesi», aggiunge Risso, «alle questioni sull’amministrazione romana si sono aggiunti anche i fatti sulle candidature a Genova che avevano fatto addirittura salire ancora di più dell’ultimo dato la sfiducia che poi questa settimana si assestato al 51%. Da notare che anche tra gli elettori del movimento è passato da zero al 17%».

LEGALITÀ
Tra i fattori che più incidono in questo risultato, quello che ha subito il maggiore calo, ben otto punti, è la capacità del movimento a parlare e dialogare con la gente, che così perde la leadership tra le motivazioni che caratterizzano nell’opinione pubblica i pentastellati e passa al secondo posto superato dai temi identitari della legalità e dell’onestà. Quello che perde meno, probabilmente anche perché era già penultimo tra i fattori caratterizzanti è la capacità del movimento di mantenere le promesse, che scende soltanto di un punto.
Spicca la differenza di opinione tra gli interni e gli esterni al movimento sul principale fattore che caratterizza M5S; per i primi è la capacità di concentrarsi sui temi veramente importanti mentre per i secondi sono la legalità e l’onestà. «Un fattore che deve far riflettere», conclude Risso, «è il calo che hanno subito la capacità di rinnovarsi e quella di stimolare la lotta per un futuro migliore, che si può tradurre in un vuoto di futuro, proprio alla vigilia di una campagna elettorale dove si sceglierà quale futuro vogliamo per il nostro paese». 
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