Mediaset, il doppio fronte su Premium: dopo l’intesa con Sky non chiude a Vivendi

Mediaset, il doppio fronte su Premium: dopo l’intesa con Sky non chiude a Vivendi
di Andrea Bassi
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Giovedì 5 Aprile 2018, 00:02 - Ultimo aggiornamento: 6 Aprile, 10:28

Quella dei due forni è un tipo di politica che i partiti conoscono bene. Si tratta su fronti opposti nella convinzione che in un caso o nell’altro un risultato a casa si riuscirà a portare. Un modus operandi intelligente che Mediaset è riuscita a esportare con successo nel mondo dei media. Per mesi ha trattato con Tim e Vivendi un’intesa sui contenuti, e nello stesso tempo ha tenuto sempre aperto un dialogo anche con Sky. E per la verità, ad un certo punto, sembrava che l’accordo fosse chiuso con la società guidata da Amos Genish. Sul finire dello scorso anno il patto a tre tra Tim, Canal+ e Mediaset era più che una possibilità, visto che era arrivato anche sul tavolo del consiglio di amministrazione dell’ex monopolista telefonico. Mediaset e Genish avevano negoziato un accordo identico a quello chiuso con Sky. Per otto anni i contenuti del Biscione sarebbero stati resi disponibili alla joint venture ad un prezzo di circa 470 milioni di euro. A bloccare tutto era stato il fuoco di sbarramento dei consiglieri indipendenti che avevano sollevato due questioni, chiamando in causa anche la Consob. La prima era che l’accordo era tra parti correlate e, dunque, doveva essere approvato con una maggioranza qualificata. Il secondo aspetto riguardava la certezza che i contenuti Mediaset fossero acquisiti dalla joint venture a prezzi di mercato. Cosa che, a questo punto, l’accordo con Sky dimostrerebbe. Non solo. Il patto tra Tim, Canal+ e Mediaset, avrebbe permesso anche di chiudere il contenzioso tra il Biscione e i francesi di Vivendi nato dopo che questi ultimi si erano rifiutati di acquistare, nonostante gli accordi, le attività Premium della stessa Mediaset. 

LE PROSPETTIVE
Che cosa accadrà adesso? L’operazione Tim-Canal Plus senza i contenuti di Mediaset è su un binario morto. Ma non è detto che il Biscione non possa considerare di tenere aperto un canale e tentare di riaprire il negoziato. L’accordo con Sky, del resto, non prevede esclusive sui contenuti. Anzi, più sono le piattaforme che vogliono i suoi film, i suoi telefilm e le sue serie Tv, meglio è. Anche perché contratti importanti, come quelli con Warner e Universal, sono ritenuti dal Biscione ancora sottoutilizzati. La non esclusività dell’accordo, insomma, dovrebbe far cadere anche le preoccupazioni di un’intesa a danno della concorrenza, questione sollevata ieri dallo stesso Genish in un’intervista alla Stampa. 

Infine Mediaset da un anno ormai ha reso noto il suo intento di concentrarsi sui canali free. L’accordo con Sky, che in parte la libera dalla dittatura dei volumi per la pay tv, rende più libero il gruppo di agire come meglio crede (in maniera «opportunistica») sui diritti del calcio. Attualmente insomma, è probabile che date le circostanze per il Biscione anche 200 milioni sarebbero probabilmente troppi. 
 

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