Magistrati in politica, sondaggio Swg: il 72% degli italiani è contrario

Magistrati in politica, sondaggio Swg: il 72% degli italiani è contrario
di Sara Menafra
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Martedì 18 Aprile 2017, 08:25 - Ultimo aggiornamento: 19 Aprile, 10:15

Cos'è rimasto di Tangentopoli, delle fiaccolate pro pm di Milano, delle scritte sui muri «Di Pietro facci sognare»? Poco, dicono le cronache quotidiane. E neppure un grammo di quella polvere di stelle è rimasto attaccato alle toghe dei magistrati. Guardati con diffidenza persino dalla parte dei cittadini italiani più decisa contro la casta, specie se la diffusa idea che giudici e pm abbiano «obiettivi politici» viene confermata da una candidatura.

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POCA FIDUCIA
La fotografia confezionata da Swg con un sondaggio su 1.500 italiani raggiunti via internet (il margine di errore è del + o - 3%, specifica l'istituto di ricerca) non fa sconti. Oggi solo il 44% degli italiani ha molta (5%) o abbastanza (39%) fiducia nei magistrati. Un vero e proprio crollo rispetto al 66% registrato nel 1994, rimasto al 54% nel 2011: «E' un dato particolarmente significativo, perché per quasi venticinque anni abbiamo fatto agli italiani la stessa domanda con i medesimi termini, questi numeri parlano di una vera e propria frattura in atto», spiega Enzo Risso, direttore scientifico di Swg che ha raccolto i dati in collaborazione con l'associazione Fino a prova contraria. Si fidano ancora, al 69%, gli elettori pd, ma guardano con diffidenza alle toghe tanto quelli di Forza Italia (67%) quanto gli M5s (52%).

OBIETTIVI POLITICI
Soprattutto, gli italiani sembrano credere che buona parte dei magistrati giochi su due tavoli. Da un lato l'aula di giustizia, dall'altro la politica. Il 69% degli intervistati dice che «certi settori della magistratura italiana perseguono obiettivi politici» e il 68% che «il rapporto tra certi magistrati e certi giornalisti è dannoso per la giustizia». Numeri confermati dal fatto che il 72% dice che i giudici non dovrebbero fare politica e il 62% che, comunque, sarebbe meglio se a a fine mandato non indossassero nuovamente la toga. Poca fiducia anche per i giornalisti che raccontano le inchieste. Il 50% degli italiani dice che la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche andrebbe «vietata», anche se il 70% si spinge a dire che gli ascolti vanno usati anche a costo di sacrificare la privacy di chi finisce intercettato.

LA CORRUZIONE
Probabilmente, a risultati tanto negativi contribuisce la diffusa idea che dagli anni 90 ad oggi la corruzione in Italia sia cresciuta invece di declinare.

La pensano così (con un vistoso peso sull'aumento sostanziale del malcostume) tre italiani su quattro e cifre da plebiscito chiedono normative drastiche: l'81% vuole che contro i corrotti si usino le stesse leggi applicate nella lotta alla mafia e addirittura il 90% chiede che il politico corrotto sia interdetto da qualunque carica pubblica per 20 anni.

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