Luca Sacchi, nei tabulati i contatti tra killer e uomini dei clan

Luca Sacchi, nei tabulati i contatti tra killer e uomini dei clan
di Pierpaolo Filippi e Giuseppe Scarpa
3 Minuti di Lettura
Martedì 5 Novembre 2019, 00:17 - Ultimo aggiornamento: 13:08

ROMA Arrivano i tabulati telefonici sulla scrivania degli investigatori. Dalle analisi delle conversazioni emerge che Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, i due accusati della morte di Luca Sacchi, parlavano con persone tutt'ora indagate per mafia. Dunque la coppia di pusher ha rapporti e conoscenze con personaggi di elevato spessore criminale. A 13 giorni dall'omicidio del personal trainer sono stati consegnati agli investigatori i tabulati relativi agli smartphone delle persone presenti tra via Latina e via Franco Bartoloni. Quel dedalo di strade in cui, il 23 ottobre, è stato ucciso l'allenatore, per mano di Del Grosso con un colpo di pistola alla testa. 
I dati che passano nelle celle telefoniche sono un materiale fondamentale per l'inchiesta. Da qui si ricavano i cellulari presenti in zona, gli orari e le chiamate intercorse tra i vari apparecchi, non il contenuto della conversazione. Si può sapere, insomma, chi ha chiamato chi e quando. Quest'ultima è un'arma nelle mani degli investigatori per disegnare il perimetro, all'interno del quale collocare i protagonisti della vicenda ed espellere chi non ha alcun ruolo. Ed è la premessa della seconda fase, quella degli interrogatori che adesso inizierà a breve. 

Luca Sacchi, i pm pronti ad inchiodare anche gli amici della vittima
Luca Sacchi, nei tabulati gli accordi presi sulla droga

L'AUTO RESTITUITA
Intanto però emergono nuovi elementi sull'auto impiegata il giorno dell'omicidio da parte di Del Grosso e del suo complice, Paolo Pirino. Quando si è presentato nel centro Mercedes-Smart di via Zoe Fontana, appena fuori dal Raccordo anulare sulla Tiburtina, vicino a Casal Monastero, il quartiere dove abita con la famiglia, Pirino era «tranquillo». A parlare è Alessio, un giovane impiegato della ditta di noleggio della cittadella commerciale della casa automobilistica tedesca. 
Nemmeno 24 ore dopo che il suo amico Del Grosso aveva sparato ferendo a morte Luca Sacchi, Pirino si è recato nel centro per farsi cambiare l'auto con una scusa. «Da 15 giorni continua l'impiegato Pirino aveva una Smart For Four che gli avevamo dato come auto di cortesia quando aveva portato qui la Classe A della madre per una riparazione. È venuto alle 14, ha detto che la vettura aveva un problema con il sistema start&stop e ha chiesto di cambiarla. Si è comportato in modo educato. A pensarci ora, la sua tranquillità era spaventosa». 
 

 


IL DANNO
In quel momento nessuno, tranne forse gli investigatori, sapevano che Pirino era coinvolto nell'omicidio di Luca Sacchi. «Avevo acceso la macchina e a me ricorda l'impiegato della società di noleggio risultava tutto regolare. Noi abbiamo proceduto alla sostituzione, anche perché la sua famiglia è nostra cliente». 
Nella fuga da via Mommsen insieme a Del Grosso, la Smart aveva riportato un danno al paraurti anteriore nella parte sinistra. «Io gliel'ho fatto notare e gli ho detto che in caso di incidente doveva portarmi il modulo Cid conclude Alessio ma lui ha detto che l'aveva ritrovata in queste condizioni sotto la sua abitazione. Dal momento che le auto di cortesia hanno un'assicurazione Casco, non abbiamo dovuto chiedergli il risarcimento danni». 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA