Omicidio Sacchi, l'amica del killer: «Anastasia aveva dosi da spacciare», anche Luca sapeva

Omicidio Sacchi, «Anastasia aveva dosi da spacciare», anche Luca sapeva
di Valentina Errante e Giuseppe Scarpa
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Martedì 17 Dicembre 2019, 01:13 - Ultimo aggiornamento: 17:36

Soldi, droga e morte. Si racchiude in tre parole la parabola che ha risucchiato Luca Sacchi in una strada senza uscita. Un epilogo in cui ha giocato un ruolo decisivo Anastasia Kylemnyk. La fidanzata ucraina accolta in casa Sacchi come una figlia. Di certo con i suoi 290 euro al mese, compenso che incassava in qualità di babysitter, non poteva permettersi di vivere da sola con il suo Luca. Eppure il 17 ottobre, una settimana prima dell’omicidio del personal trainer, la 25enne versa ad un agente immobiliare una caparra da 900 euro per l’affitto di un appartamento in zona Appio Latino.

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Da dove avrebbe ricavato questi soldi? Per i pm è possibile che la 25enne avesse intrapreso una nuova attività, lo spaccio. Di fatto dosi di marijuana, divise in involucri, e diverse sim per cellulare erano nel portafoglio di Anastasia. Il dato emerge dall’interrogatorio di Giorgia, la fidanzata di Valerio Del Grosso, che la sera del 23 ottobre (giorno dell’omicidio di Luca) ha visto il borsello rubato alla ragazza dal compagno e killer di Sacchi. Il verbale è stato depositato ieri al Riesame, proprio per puntellare l’accusa di detenzione ai fini di spaccio che pende sulla testa della giovane babysitter: «All’interno vi erano degli involucri di un paio di centimetri, uno o due e contenevano marijuana». Tutto ciò va ad intrecciarsi con una serie di dati che gli inquirenti, carabinieri e pm Nadia Plastina, hanno ricostruito. 
 

 


PRINCI
L’inizio di questa storia parte ad aprile. Nella vita di Sacchi irrompe la figura del 24enne Giovanni Princi. L’idea di incassare soldi facili avrebbe affascinato l’ucraina, con Sacchi che si sarebbe fatto risucchiare in questo affare. Il bancomat di Luca (che non si ritrova più) sarebbe stato utilizzato per finanziare alcuni acquisti. La stessa madre avrebbe chiesto al figlio conto di una serie di spese: «Mamma acquisto pezzi per la moto», la giustificazione. Mentre la Kylemnyk sarebbe riuscita, in questo modo, a sganciarsi dall’opprimente, per lei, casa Sacchi e trasferirsi, senza poterselo permettere, in una casa da 900 euro al mese: «La madre di Luca non ha mai fatto un c....», afferma astiosa la babysitter in una conversazione intercettata dopo il funerale del suo fidanzato. 

ALTRE INDAGINI
Ma il regista di tutto, come si è detto, sarebbe Princi. Un ragazzo che conta altre due indagini per spaccio. Il 24enne era uno che trattava con grossi fornitori di droga. A settembre la polizia aveva arrestato un suo “grossista”. Il ragazzo, però, non voleva uscire dal business. Perciò, il 13 ottobre, aveva incontrato, assieme a Sacchi, Fabio Casale, già condannato a 16 anni per stupefacenti. Casale, tuttavia, era reso conto che Princi era monitorato dalla polizia. Per questo aveva deciso di non averci più a che fare. E l’amico di Luca era finito a cercare marijuana a San Basilio, quartiere dove a Roma si trova droga senza problemi. Così aveva incontrato Del Grosso, innescando una serie di avvenimenti che porteranno ai fatti del 23 ottobre fuori dal pub John Cabot.

Un luogo scelto non a caso da Princi per l’acquisto all’ingrosso di marijuana. Era qui, infatti, che vendeva droga al dettaglio. È stato un cliente dello stesso Princi ad indicare agli investigatori il dato. Un 20enne che, nelle ultime settimane, non era più riuscito a comprare dal suo storico spacciatore. Princi si sarebbe giustificato così: «Non hai visto alla tv (con riferimento a Sacchi) cosa è successo?».

Gli affari però non si sarebbero interrotti, l’11 novembre scorso con la sua ragazza, Clementina Burcea, Princi chiama un agente immobiliare. La coppia è interessata all’acquisto di un b&b a Perugia. Con quali soldi hanno intenzione di comprare l’appartamento in Umbria? È questa la domanda che si fanno gli inquirenti. 
 

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